Quello degli strategici è un genere infame. Protagonista dei nostri mantra “questa è l’ultima partita, poi vado a letto” ci ha fatto fare l’alba davanti alla televisione (o al monitor del PC), più di una volta. Se hanno un contesto medievaleggiante, poi, sono una vera e propria droga. Ecco perché attendevamo con malcelata ansia, dalla startup tedesca Argonwood dei fratelli Chris e Manu Fernholz, l’arrivo di Rising Lords.
Rising Lords, il nostro regno per un gestionale
Sebbene funestato da qualche bug e glitch di troppo, Rising Lords è un gestionale che propone dinamiche belliche interessanti e intelligenti, fuse con elementi classici dei giochi di carte. La difficoltà purtroppo s’impenna subito e spesso si ha l’impressione di essere assediati da compiti, obblighi, doveri e decisioni da prendere. Nessuno s’aspetta che la vita di un signore feudale sia facile, ma se la gestione autonoma delle proprie terre non fosse tanto disastrosa molti compiti manuali ricorrenti potrebbero essere tranquillamente demandati.
Il limite principale di Rising Lords, comunque, risiede nell’interfaccia: troppo piccola, con troppe scritte, per lo schermo del televisore del salotto, figurarsi cosa può significare giocarlo su Nintendo Switch. Interfaccia studiata per essere funzionale con l’accoppiata mouse più tastiera, mentre è fin troppo ostica da scartabellare con il gamepad.
Molto buona, invece, la grafica, che stilisticamente si rifà ai dipinti e agli arazzi dei Secoli bui. Una trovata intelligente che ha consentito alla piccola startup di Colonia di risparmiare su dettagli e animazioni. Insomma, Rising Lords è sicuramente uno strategico fatto da due amanti del genere per gli amanti del genere: impegnativo, irsuto e spigoloso, potrebbe non piacere ai neofiti o comunque a una platea generalista. Nel caso vogliate acquistarlo, però, meglio giocarlo su computer.