Un roguelite da giocare con entrambi gli stick capace di assorbirvi totalmente. Applausi a scena aperta allo sviluppatore solitario Benjamin “Benstar” Kiefer
Qualche tempo fa vidi un film, ambientato in un futuro distopico, in cui la specie umana era di fatto divenuta immortale e la valuta corrente erano gli anni, i giorni o le ore di vita a propria disposizione. Dunque i ricchi potevano attraversare i secoli indisturbati, mentre i poveri soffocavano nei debiti… nel vero senso di tali parole. Ecco, Revita, affascinante roguelite che strizza l’occhio alle platform adventure d’epoca SNES ha fatto proprio questo concetto, anzi, ne ha fatto il perno dell’intero gameplay.
Revita, si accettano scommesse
Anche in Revita, sviluppato da un’unica persona, il tedesco Benjamin “Benstar” Kiefer, la propria salute corrisponde alla valuta di gioco. Questo fa sì che l’intero titolo si basi sui meccanismi del rischio e delle ricompense tipiche, per esempio, dei Casinò. Più si rischia e più è facile ottenere qualcosa in cambio in termini di armi e potenziamenti, ma anche di oggetti che possono tornare utili al momento opportuno.
Tuttavia è anche vero che in Revita più si rischia più è facile passare a miglior vita, perché il gioco è spietato, tipicamente old school e le stanze che dovremo attraversare non mancheranno di riempirsi di nemici. Il sistema di controllo, a doppio stick (per muoversi e mirare) va padroneggiato, ma una volta fattoci il callo darà enormi soddisfazioni. Come un Doom 2D e a scrolling, Revita dà il meglio di sé quando lo giocherete in modo frenetico, senza mai fermarvi.
Gli sprite dei nemici, che rendono il gioco una piccola perla anche dal punto di vista grafico, permettono di distinguerli ictu oculi gli uni dagli altri e ciò vi permetterà, dopo qualche ora e tante morti sulle spalle, di sapere esattamente cosa vi attende appena li vedrete apparire: basta memorizzare la routine comportamentale.
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Sarà proprio allora che inizierete a osare maggiormente, investendo ciò che resta della salute in nuovi poteri e reliquie che sappiano rendervi sempre più potenti. E sarà allora che sbaglierete e morirete ancora, ancora e ancora, in un continuo e interminabile bilanciamento tra poteri offensivi, difensivi che tenga in considerazione quanto vi resta da vivere. Se a tutto questo ci aggiungiamo che Revita presenta anche una trama che chiama in causa i cinque stadi della elaborazione della sofferenza e un comparto grafico che, come si anticipava, è davvero ammirabile, si comprende per quale motivo siamo innamorati di Revita, videogame sviluppato da un’unica persona.