Un piccolo passo per Facebook, un grande passo per i videogiochi
Tra pochi giorni il gruppo Facebook cambierà nome. Mark Zuckerberg ha il binocolo puntato all’orizzonte, verso il metaverse. Di questo non luogo virtuale sappiamo troppo poco, ma il rullaggio è in atto e i motori iniziano a scaldarsi grazie a software e hardware che qualche timido accenno del futuro riescono a offrirlo. La tecnologia della realtà virtuale è ancora, se vogliamo, alle prime armi per proporre esperienze davvero inedite: ecco perché Oculus – azienda acquisita da Facebook nel 2014 – ha scelto di farsi le ossa con qualcosa di già visto. O forse no? Resident Evil 4 VR è non soltanto un omaggio al capolavoro Capcom del 2005, ma un riadattamento in buona parte riuscito di una delle esperienze videoludiche horror più emblematiche delle ultime generazioni di console. Se non ci credete chiedetelo al nostro Carlo Terzano, cultore della saga che ha vissuto sin dalle origini fino all’ultimo terribile capitolo di The Village. Per quanto antico, il quarto è ancora oggi in grado di generare ansia e terrore. Soprattutto se indossate un visore.
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Sviluppato da Armature Studio, software house di Austin che ha raccolto la sfida ambiziosa, Resident Evil 4 VR è un prodotto disponibile soltanto per chi possiede un Oculus Quest 2. Forse non è il caso di parlarne come di una killer app, ovvero di un videogioco che da solo varrebbe l’acquisto della console standalone (lasciamo simili epiteti a capolavori come The Legend of Zelda: Breath of the Wild su Nintendo Switch). Eppure il videogioco del 2005 veste quasi alla perfezione i panni della prima persona. Succede così quando un titolo è davvero senza tempo.
Se già di suo il quarto capitolo era stato rivoluzionario con nuovi gameplay e visuali che aumentavano l’ansia e la sensazione di accerchiamento, l’esperienza in prima persona su un Oculus Quest 2 va proprio ad esaltare quelle caratteristiche. Non temano i fanatici della serie: trasferire Resident Evil 4 in una sorta di FPS non è come bestemmiare in chiesa. El Pueblo, il villaggio sperduto nella Spagna più profonda dove il protagonista Leon Kennedy arriva per salvare Ashley Graham, la figlia del presidente USA rapita da una setta di assassini, è stato ottimizzato e preparato al meglio con texture che vanno a rinfrescare l’esperienza.
Girare armati in salotto
Non si può certo gridare al miracolo, visto che gli sviluppatori hanno fatto i conti con un titolo che ha i suoi anni. Ma senz’altro Resident Evil 4 VR è un grande passo avanti, soprattutto per un titolo rigiocabile fino alla noia (in realtà è impossibile annoiarsi). Il contributo maggiore che la realtà virtuale ha garantito al videogioco è senz’altro un’anima action ancora più accentuata, con sparatorie al cardiopalma o confronti all’arma bianca. Nei panni di Leon, letteralmente, abbiamo la possibilità di estrarre pistole, coltello e granate come se ce le avessimo addosso. La lama è pronto all’occorrenza, legata al fianco sinistro, mentre possiamo controllare munizioni e altre specifiche dal nostro orologio.
Se non siete abituati alla realtà virtuale, Resident Evil 4 VR potrebbe richiedervi qualche straordinario prima di fare il callo con questa sorta di menu in tempo reale, che non vi dà neanche un secondo per pensare, ma vi butta nella mischia e vi obbliga a ricaricare la pistola mimando il gesto mentre scappate da folle di energumeni. Chi chiedeva che venisse rispettato il clima ansiogeno di El Pueblo torna a casa soddisfatto. La critica ha storto il naso di fronte ad alcune fasi del gameplay, che ci scaraventano fuori dalla visuale in prima persona e ci mostrano le azioni di Leon in terza, quasi ritornassimo nel titolo del 2005. Scelte che si fanno comunque perdonare, grazie alla modalità real time di raccolta degli oggetti e delle munizioni e di risoluzione degli enigmi: siamo noi, con le nostre mani VR, a dovercene occupare senza delegare il tutto a un freddo posizionati davanti alla risorsa e clicca un tasto.
Un Resident Evil per tutti
Mettiamoci ora nei panni di Capcom: ha per mani un franchise con 25 anni di storia e seguaci in tutto il mondo. Sarebbe un crimine non continuare ad allargare la platea verso nuovi appassionati. E infatti Resident Evil 4 VR fa il suo mestiere anche per quanto riguarda l’accessibilità: chi ha già camminato chilometri sulla VR in piedi nel proprio salotto potrà scegliere di giocare così; chi invece vuole correre per El Pueblo mantenendo almeno le chiappe rilassate sulla poltrona ha facoltà di chiederlo al software. E infine, ma questo ruba molto all’esperienza, il videogioco su Oculus concede anche una sorta di funzione teletrasporto: Leon non cammina ma si catapulta nel punto della mappa da voi indicato col puntatore. Inutile aggiungere che questo toglie molto all’esperienza horror e alle fasi di combattimento.
La prova della VR è ampiamente superata per Resident Evil 4, titolo che dall’alto della sua età è ancora impossibile da pensionare. Presto Facebook potrebbe annunciare i nuovi Oculus Quest 2 Pro e l’attesa da parte dei gamer è altissima. D’altra parte c’è ancora molto da capire sul futuro della realtà virtuale e non basta replicare citando i massicci investimenti di Mark Zuckerberg nella tecnologia per aver la garanzia assoluta che tutto questo funzionerà. Il metaverse è ancora un enorme punto interrogativo. Accontentiamoci dei risultati odierni. Che sono da baciarsi i gomiti.