Dalla Spagna un videogame zeppo di puzzle lunari che prova a sfidare la saga di Valve
Pensate a cosa potreste mai provare se foste abbandonati sulla Luna. Alla sensazione di scoramento e di smarrimento: gli unici umani su di un satellite desolato alla deriva nello spazio. Ecco, la trama di Relicta è essenzialmente questa (chi avrà voglia potrà comunque setacciare le mappe alla ricerca di indizi ulteriori, che qui non vi sveleremo anche perché ininfluenti in termini di gameplay). La Luna di Relicta, però, è ben diversa da quella che ha ispirato poeti e cantautori…
Una volta, qui, era tutta Luna
Nel curioso titolo sviluppato da Mighty Polygon, edito da Ravenscourt e distribuito da Koch Media su PlayStation 4, X-Box One, Stadia e PC la Luna è un avamposto ormai abbandonato della razza umana, che sul proprio satellite è riuscita a ricreare ambientazioni affini a quelle terrestri.
Se guardando quest’immagine avete subito pensato a Portal… tranquilli, non siete i soli
Si ha così modo di attraversare locations dettagliate e suggestive (piuttosto canoniche, a dir la verità: la foresta, il mondo con la neve…) che spaziano dalla giungla equatoriale a torridi deserti, fino ad arrivare a ghiacciai perenni. Alcune ci hanno ricordato, non sappiamo bene perché, Tallon IV di Metroid Prime. Ma in realtà che si incespichi sotto il sole battente che brucia il deserto o con la neve fino alla cintura, nel tentativo di scoprire i segreti celati dalla Base Chandra, il gameplay di Relicta non cambia di una virgola.
Relicta è infatti un puzzle game in prima persona (da qui il fatto che rimandi inevitabilmente a Portal) basato sulla fisica in cui occorre combinare in maniera creativa magnetismo e gravità. Purtroppo, i nostri poteri non sono esercitabili liberamente sull’ambiente di gioco (sarebbe stato di gran lunga più divertente), ma limitati all’interazione con grossi cubi di Rubik fantascientifici. Invertendo la loro polarità sarà possibile attivare interruttori e mettere in moto piattaforme mobili. Più facile a farsi che a dirsi, perciò se non avete compreso bene la dinamica di gioco, guardate il video di gameplay posto qua sopra.
Non è che di colpo siamo finiti in The Last of Us?
Progredendo con il gioco, Relicta offre via via sfide sempre più stimolanti ed appaganti arrivando a fondere tra loro le regole di gameplay che gli sviluppatori avranno cura di illustrarvi durante le prime ambientazioni. Da buon puzzle-game, non aspettatevi un incedere indiavolato: la vostra indagine lunare sarà più simile a una rilassante passeggiata.
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Poteva mancare l’ambientazione ghiacciata?
La qualità delle ambientazioni (purtroppo alcune sembrano troppo dei set cinematografici e regalano l’impressione di essere “finte”) è piuttosto elevata e spinge all’esplorazione, che avanzando nella trama diverrà un carattere essenziale dell’avventura, dato che alcuni meccanismi sono stati nascosti in zone remote del livello.
Le ambientazioni sono molto belle, ma in qualche occasione danno l’impressione di essere “finte”
Relicta-gameplay-derelitto?
Ecco, quella purtroppo sarà l’unica variante sul tema concessa dagli sviluppatori, ed è un vero peccato perché se nelle prime ore Relicta appassiona, dopo qualche tempo si avverte l’esigenza di variare, aggiungere un po’ di pepe al tutto. Invece i rompicapi continuano a ricalcare la formula originale, limitandosi a crescere in complessità (e a nascondere qualche elemento nel folto della vegetazione o in un angolo recondito dello stage). Comunque, Relicta resta un buon puzzle game anche se non all’altezza di Portal, ormai storica serie di Valve. Non che, in tutta onestà, ci aspettassimo dall’opera prima dello studio di sviluppo di Valencia un capolavoro di tale innovazione, sia chiaro. Le premesse perché la software house spagnola cresca molto bene, però, ci sono tutte.