Il folle Wario fonda la sua startup di videogiochi ma, per colpa di un bug, finisce imprigionato assieme al suo team nella console che stavano sviluppando
Se siete stati in Giappone avrete una vaga idea dei programmi e, soprattutto, degli spot pubblicitari, che vengono trasmessi nel Paese del Sol Levante. Se non ci siete mai stati, pazienza, potrete sempre farvi una idea cercando su YouTube (per esempio qui). Si tratta di un caleidoscopio di colori, maschere teatrali della commedia dell’assurdo, situazioni esilaranti e demenziali capace di togliere il fiato allo spettatore, che si sentirà rimbambito dopo alcuni istanti. Perché vi diciamo questo nella nostra recensione di WarioWare: Get It Together!? Perché se non avete familiarità con la serie Nintendo, dovete immaginarvela proprio come una rassegna di spot pubblicitari nipponici interattivi…
La farneticante recensione di WarioWare: Get It Together!
In preda a una perenne bulimia di ricchezze, Wario ha purtroppo da tempo appeso al chiodo il suo cappello da cacciatore di tesori per darsi al mondo dell’imprenditoria. La sgraziata nemesi di Super Mario ha dunque abbandonato i platform, le cui avventure in quella categoria hanno comunque dato molto alle line up di Game Boy, GB Color e GBA, per approdare, dal 2003, in queste folli e deliranti raccolte di divertissement da giocare alla velocità della luce.
In questo nono episodio troviamo Wario al comando della sua startup innovativa che sviluppa videogames. Lui e la sua sgangherata – e ben nota, per i fan di WarioWare – banda di bricconi sono alle prese con il lancio di una nuova console.
Per colpa di un bug, però, finiscono catapultati all’interno della piattaforma (altro che VR!) e si ritrovano così loro malgrado protagonisti dei videogiochi ospitati. Un videogioco nel videogioco è un meta videogioco? Non lo sappiamo e, per fortuna, non è a questa domanda che deve rispondere la nostra recensione di WarioWare: Get It Together!
La nostra recensione di WarioWare: Get It Together! deve semmai dirvi quali sono le novità approntate dagli sviluppatori nipponici per questo capitolo per Nintendo Switch e se sono sufficienti a rinverdire una saga che, per quanto allegra, scanzonata, colorata, delirante e divertente, rischia di riciclarsi eccessivamente.
La natura del gioco è sempre quella della carrellata di spot giapponesi che vi travolge con un assurdo e smodato gusto per il trash. Diciotto anni dopo, WarioWare è ancora (fortunatamente, aggiungiamo) una valanga di mini-games da pochi secondi, che vi da ancor meno tempo per capire cosa dovrete fare per uscirne vittoriosi.
A volte basta un’unica azione, premere il tasto giusto al momento giusto, altre volte occorre osservare bene il contesto e agire (per esempio, se il quadro presenta una camera da letto inondata dal sole e nell’angolo si trova un vampiro, è chiaro che dovrete abbassare le tapparelle per permettergli di riposare).
I minigiochi sono tantissimi, oltre 200 e, nella migliore tradizione della saga, molti sono ripresi da frammenti di vecchie glorie Nintendo, da Super Mario Land a The Legend of Zelda. Ma la vera novità di WarioWare: Get It Together! è rappresentata dal fatto che i 9 personaggi di contorno (dieci con Wario), che negli episodi precedenti indicavano la tipologia di mini-game che avremmo affrontato, sono direttamente giocabili ma ciascuno ha tecniche predefinite.
Quindi usare Wario o Orbulon, piuttosto che Jimmy T o 9-Volt, cambierà radicalmente il gameplay del medesimo minigioco, rendendolo spesso diversissimo al variare dei personaggi.
Non solo: vista la natura dello Switch, che permette di giocare in due col paio di Joy Con iniziali, tutti i minigiochi sono stati pensati anche per essere affrontati in compagnia: il più delle volte in cooperativa, ma alcune volte si potrà perfino competere con amici e parenti.
Tutto ciò non permette di dire che le prove alle quali saremo sottoposti acquistino profondità, ma sicuramente aumenta la longevità media del gioco e la rigiocabilità dello stesso. Inoltre, le funzionalità online permettono di condividere col resto del mondo i propri punteggi così da contendersi con gli altri giocatori l’ambita coppa Wario.
Insomma, avrà anche compiuto 18 anni, ma la saga di WarioWare, come la nostra recensione dimostra, è ben lontana da raggiungere la maturità intellettiva. È maturo, invece, il gameplay alla base di ogni folle giochino che vi sarà proposto, studiato per offrire esperienze diverse a seconda che lo si affronti in singolo piuttosto che in coppia, con un personaggio o un altro del delirante roster di comprimari. Magari per il debutto su Switch avremmo preferito che Wario osasse un po’ di più, ma anche questa volta il simpatico tarpano maleodorante ci ha fatto vivere ore di svacco totale e sarà protagonista dei weekend autunnali trascorsi con gli amici attorno alla console Nintendo.