Dalla meneghina RaceWard Studio un nuovo simulativo da far gola agli appassionati di due ruote
Se è vero che la motor valley ha sangue che sfreccia sulle strade dell’Emilia-Romagna, il suo avatar videoludico ha il cuore che batte a Milano. In prima fila c’è Milestone, software house di cui abbiamo già recensito l’ultimo MotoGP 21 per la next gen di Xbox. L’uscita di RiMS Racing ci dà ora l’occasione di parlare del prodotto di RaceWard Studio, altra azienda di stanza sotto la Madonnina e parte del Nacon Group, che ha messo in tavola le proprie carte per sfidare i competitor e offrire esperienze ai limiti del realismo. Il genere non è mainstream e la volontà maniacale di rispettare le leggi della fisica e dei motori – provate a correre sull’erba a 200 all’ora, poi vediamo che succede – è il minimo comune denominatore di titoli altrettanto stimolanti testati in passato da StartupItalia. Uno su tutti, per PS4, TT Isle of Man: Ride on the Edge 2 dei francesi di Kylotonn. Scoprite di più su RiMS Racing nella nostra recensione per Xbox Series S.
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Recensione di RiMS Racing
Disponibile anche sulla nuova ammiraglia di casa Microsoft, RiMS Racing ha stuzzicato la nostra curiosità nell’estate che ha regalato la disponibilità su Game Pass di Flight Simulator, a detta di molti esperti del settore l’unico titolo davvero next gen su piazza. Può forse il titolo della software house meneghina farci stupire per grafica ed esperienza al pari del capolavoro simulativo di Asobo Studios? Se volete la risposta corta è no; se accettate la risposta lunga mettetevi comodi sul sellino e iniziate a sgasare su circuiti iconici tra Stati Uniti, Norvegia, Australia, Spagna e Italia.
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Realismo in pista e ai box
La prima scelta da compiere in RiMS Racing è la dose di realismo che siamo disposti ad accettare per gara singola o carriera. Ma attenzione: il livello più facile è quanto di più distante dall’arcade comodo che vi farebbe piegare la moto con la sicurezza che tanto le gomme resteranno incollate all’asfalto. Il titolo è disponibile in italiano e i primi attimi di gioco obbligano il gamer a farsi un giro di pista per assaggiare il rapido tutorial. Nelle ambizioni della software house italiana, RiMS Racing non vuole però essere un simulativo soltanto su pista.
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Da questo punto di vista RiMS Racing ha alzato l’asticella del realismo, corteggiando i gamer più esigenti con un’offerta videoludica sorprendente. Il garage accoglie otto moto originali (poche, potreste pensare) e il giocatore ha la possibilità di effettuare una manutenzione al dettaglio sul proprio bolide, scomponendolo in tutte le sue parti e potenziando la moto per migliorarne le prestazioni. Da catalogo sono oltre 500 le componenti di ricambio ufficiali prodotte dai maggiori brand del settore. E anche le personalizzazione del pilota non è da meno con i suoi 200 accessori.
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Il gameplay
Si è già accennato alle otto moto in garage su RiMS Racing: forse poche, ma è sufficiente dare un’occhiata al lavoro di sviluppo fatto sui mezzi per capire che potrebbero bastare per lucidarvi gli occhi. Ducati Panigale V4 R, MV Agusta F4 RC, Aprilia RSV4, BMW M 1000 RR, Suzuki GSX-R1000R, Honda CBR1000RR, Kawasaki Ninja ZX-10RR, Yamaha YZF-R1 sono le protagoniste assolute del videogioco. Che corriate in gara singola o in carriera, l’esperienza su next gen è senz’altro sfidante, soprattutto per chi ha la pazienza di studiare le traiettorie migliori facendosi aiutare sempre di meno dal software, per tendere verso l’autonomia assoluta su pista.
Sono dieci i circuiti ufficiali riprodotti su RiMS Racing e, come vi abbiamo già accennato, è anche possibile gustarsi il titolo dando gas in percorsi meno addomesticati, dove gli spazi sono stretti e i margini di errori ridotti. Come in TT Island, il bello di questi titoli sta sia nella possibilità di immergersi in una lunga e appagante carriera, sia nell’opzione gara singola, valido modo per fare pratica corsa dopo corsa. Per chiudere la recensione di RiMS Racing, va citato il più che buono audio design, che riprende fedelmente l’urlo dei motori, ciascuno con la propria anima che rimbomba dal televisore (ma vi consigliamo le headset); infine evidenziamo la non proprio impeccabile ambientazione esterna alla pista, dove il realismo ancora non si vede. Pecca di cui, però, ci siamo piacevolmente fatti una ragione.