DevilishGames, software house spagnola, propone un platform onirico e trasognato
Tra il 1996 e i primi anni duemila, il mondo dei videogame fu letteralmente invaso da platform 3D. Tutti cloni di Super Mario 64, che ideò un genere inedito, capaci di inflazionare, nel giro di pochi anni, la categoria, che infatti esaurì in poco tempo il proprio propellente. Non a caso oggigiorno, se si esclude Nintendo, sono poche le case di sviluppo che continuano a scommettere sui platform tridimensionali. Tra queste, DevilishGames, software house di Alicante, nel Sud della Spagna, che propone su Steam (PC), PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, Onirike, oggetto di questa recensione.
Sognando la recensione di Onirike
Nel videogame finanziato con i fondi europei a vantaggio delle regioni, dei giovani talenti e delle arti si rispolverano gli stilemi e i dettami dei platform che hanno imperversato per tutta la stagione del Nintendo 64. Ci ritroveremo quindi a girovagare per mondi piuttosto ampi, zeppi di personaggi assurdi che ci faranno richieste altrettanto folli, in modo non dissimile da quanto visto a cavallo tra la fine del 900 e l’inizio di questo secolo nei vari Banjo – Kazooie, visto che, per completare il gioco, occorrerà lasciarsi andare a un buon numero di evoluzioni e saltelli.
Se i ragazzi di DevilishGames si fossero limitati a riesumare le meccaniche dei platform 3D dell’epoca a 64-bit, la recensione di Onirike probabilmente finirebbe già qui. Invece, per nostra fortuna, hanno voluto aggiungere alcuni particolari inediti.
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Tutto invece ruota attorno ai fiori di Gypsophila, spettrali e lunari esattamente come Prieto, il protagonista di questo videogame oscuro e visionario, disturbato a tal punto che potrebbe benissimo essere un cortometraggio di Tim Burton. Il nostro ha bisogno di quelle piantine per vivere (senza, inizia a dissolversi, visto che fa parte della dimensione dei sogni che non sono mai diventati realtà) perciò per riuscire a sopravvivere abbastanza a lungo, non solo ne dovremo fare scorta, ma pure piantarli a spasso per i livelli.
Ma c’è di più. Il mondo dei sogni mai divenuti realtà è pattugliato dai mangiatori di anime che, come il loro nome lascia intendere, è meglio tenere a debita distanza. Per evitarli dovremo usare l’abilità di Prieto di diventare invisibile, ma anche qui occorrerà fare attenzione: se la userete troppo a lungo, il protagonista sparirà per sempre.
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Insomma, Onirike non è solo inquietante da vedere, ma pure da giocare. La debolezza di Prieto (che apprenderà nuove capacità solo progredendo con l’avventura) e la sua propensione a dissolversi sono un handicap capace di aggiungere una buona dose di sfida e, al contempo, di distaccarlo dal panorama di prodotti affini.
Forte di un comparto artistico di caratura – capace di nascondere diverse magagne tecniche – e di un’ottima caratterizzazione dei personaggi secondari (purtroppo, però, esattamente come nel recentissimo Biomutant la voce narrante è una sola e l’assenza di altri interpreti tende ad appiattire eccessivamente la sinossi), Onirike è sicuramente un prodotto meritevole d’attenzione. Le sbavature certo non mancano e qua e là si ripete un po’ troppo, ma se state cercando un titolo particolare, capace di buttarvi in un universo angosciante e visionario, è sicuramente il titolo che fa per voi.