E se gli eroi fossero i cattivi e i mostri dei bonaccioni in cerca solo di un po’ di tranquillità? Da Goblinz Publishing un titolo che ci aiuta a ribaltare le prospettive
Con la recensione di Legend of Keepers analizziamo un titolo che ci permette di godere di un’avventura piuttosto canonica ma sotto una prospettiva un po’ diversa. Noi non saremo infatti i soliti eroi indomiti, senza macchia e paura, che entrano in umide segrete per disinfestarle da ogni sorta di creatura ostile. Nossignori. Saremo invece quelle creature ostili. I mostri, insomma, che vorranno difendere i propri antri bui e sudici dall’invasione di questi barbari urlanti in cappa e spada.
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Una recensione sottosopra per Legend of Keepers
Come avrete intuito dalle premesse di questa nostra recensione, Legend of Keepers è dunque un mezzo roguelike mezzo RPG da giocare sulla difensiva: occorre mantenere in piedi le difese e i bastioni dei propri possedimenti, costantemente attaccati da bande di eroi in cerca di fama e fortuna. Più che gestire un regno, avrete per le mani umidi e bui sotterranei, in cui piazzare trappole e un buon numero di mostri.
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Noi invece impersoneremo il Lord di quel posto, scegliendone tra una discreta rosa. Ciascun signore del labirinto ha dalla sua galoppini differenti e dungeon caratteristici.
Legend of Keepers propone un gameplay sufficientemente elaborato da permettere di tessere diverse strategie. Per esempio, potrete sfruttare le caratteristiche elementali dei vostri mostri in modo da contrapporli efficacemente agli eroi che varcheranno l’ingresso della cripta.
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Ma potrete anche decidere di puntare sulla paura, schierando creature mostruose e abominevoli che azzereranno la morale dei cavalieri alla ricerca di fama e gloria. Però dovrete stare attenti: anche la morale delle vostre truppe va salvaguardata. L’uccisione di un mostro particolarmente potente rischia di disgregare il vostro esercito. Per ogni eroe fatto fuori o messo in fuga riceverete risorse da investire prontamente per rafforzare le vostre milizie.
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I combattimenti, invece, sono immancabilmente a turni. La produzione di Goblinz Studio non fa certo mistero di ispirarsi a caposaldi del genere, come Slay the Spire e Monster Train e ci riesce davvero bene, forte non solo della ventata d’aria fresca derivante dall’aver capovolto la consueta ottica, ma anche di un numero di trovate che lo rendono molto longevo, mediamente rigiocabile e discretamente profondo.