Il videogioco perfetto per chi non ama fare le cose di fretta
Tutti noi, anche chi non c’è mai stato, abbiamo un’immagine ben definita dell’Olanda. Tante biciclette, ottima qualità della vita e un rispetto per la natura e l’ambiente inarrivabile alle nostre latitudini. Forse non è un caso che proprio dai Paesi Bassi arrivi un titolo bucolico e rilassante come pochi altri ci erano capitati sotto mano: ci stiamo riferendo a Lake, sviluppato dalla software house Gamious, anche per gli schermi next gen di Xbox Series X/S. Se seguite il dibattito gaming degli ultimi tempi, saprete senz’altro che è in corso un’apertura non sempre accettata dagli intransigenti verso un pubblico più ampio. In tempi in cui ci si riempie la bocca spesso a sproposito di diritti, inclusione e pari opportunità, il settore dei videogiochi sta letteralmente innovando nel proprio linguaggio, proponendo con coraggio titoli diversi, che non mettono eroi e battaglie al centro, ma vite di tutti i giorni. Scoprite di più nella nostra recensione di Lake.
Recensione di Lake
Potremmo parlare per ore di Lake senza discutere più di tanto del suo gameplay essenziale che ci porta a vestire i panni di Meredith Weiss, brillante donna in carriera che sceglie di staccare due settimane dal suo lavoro per sostituire il padre postino a Providence Oaks, nell’Oregon. L’anno è il 1986, non c’è internet e figurarsi Amazon. Le persone si scambiano ancora lettere e il mailman è un figura centrale, soprattutto per chi abita in un piccolo paese circondato da montagne e boschi. L’escamotage narrativo della fuga dalla grande città, va detto, non è dei più originali. Ma è quello che accade dopo che ci ha sorpresi e conquistati.
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Il gameplay
Nello sviluppare un videogioco senza troppe pretese grafiche – le texture non sempre sono impeccabili e l’effetto pop up ogni tanto ricorre – la software house olandese si è concentrata sulla storia. Sono più di vent’anni che la nostra protagonista manca dal suo paese natale, dove ancora in molti ne ricordano gli anni della giovinezza prima che prendesse la strada del college. Il lavoro della postino, che tutti noi associano a tempi contingentati e rapidità nelle consegne, dà l’assist alla storia per riportare Meredith nelle strade del suo passato. Senza fretta alcuna (è questo il bello).
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Per consegnare pacchi o imbucare lettere abbiamo a disposizione un furgoncino che possiamo parcheggiare appena fuori dalla casa del destinatario. Quello che occorre fare è prendere ciò che serve dal baule, suonare al citofono e aspettarsi una nuova pagina di storia. Forse vi potrebbe sembrare ripetitivo, ma la trama e i dialoghi sanno catturare per via dei tanti protagonisti che la donna incontra. Il doppiaggio in inglese è davvero efficace e in certi casi il gamer ha la possibilità di scegliere una risposta tra varie opzioni per attardarsi nelle chiacchiere o tagliare corto e continuare.
Anche il paradiso ha qualche difetto
Per quanto fresco e originale, non possiamo chiudere la recensione di Lake senza segnalare qualche difetto, a cominciare dai bug. Ad esempio, nella nostra prima consegna (che figuraccia) non siamo proprio riusciti a depositare un semplice pacco pur essendoci posizionati nel punto giusto, continuando a schiacciare il tasto A. La questione si è risolta riavviando la partita. E, probabilmente, non si ripeterà più nelle prime patch rilasciate. Forse gli sviluppatori avrebbero dovuto migliorare anche la visualizzazione della mappa: guidare in questo paradiso può farvi venire i nervi per il semplice fatto che la cartina non è sempre intuitiva e occorre sempre leggere la via in cui siamo per trovare il pacco giusto da consegnare.