Una startup polacca ci pone alla guida di un manipolo di sopravvissuti alle prese con la glaciazione del pianeta: avremo la saggezza e la lungimiranza necessarie per farli prosperare?
Che i ragazzi di 11 bit studios siano davvero in gamba ve lo avevamo già detto di recente, proponendovi la recensione dell’ottimo This War of Mine e torniamo a ribadirlo oggi, dopo aver spolpato Frostpunk Console Edition. Uscito ormai tre anni fa su PC, questo gestionale di caratura ha finalmente modo di arrivare su console Sony e Microsoft completo di tutte le sue espansioni.
Recensione di Frostpunk Console Edition, Sim City post apocalittico
Fingiamo che non abbiate mai sentito parlare di questo videogame pluripremiato sviluppato a Varsavia, in Polonia, e partiamo dall’inizio. In Frostpunk (di cui Frostpunk Console Edition oggetto dell’odierna recensione costituisce in pratica il season pass completo) vi ritroverete alla guida di un manipolo di cittadini londinesi di fine 800. Il mondo sta attraversando una vera e propria era glaciale e, per sopravvivere, i pochi superstiti hanno deciso di abbandonare la capitale del Regno Unito e attraversare a piedi gli oceani, ormai congelati, per trovare una parte del pianeta in cui le condizioni climatiche non siano altrettanto estreme.
Non esiste nulla di simile, ovviamente, ma a un certo punto finiranno dinnanzi il cratere lasciato da un enorme meteorite: le sue sponde sembrano fornire quel minimo di riparo adatto e il gruppo decide di stanziarvi il proprio insediamento. La prima costruzione da edificare sarà ovviamente una gigantesca “caldaia”, cuore pulsante del nostro accampamento con velleità di diventare un vero e proprio agglomerato urbano. L’ultimo rifugio di una umanità ormai allo stremo.
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Poi bisognerà costruire le abitazioni, il più vicino possibile al generatore: in altri periodi nessuno avrebbe voluto vivere attaccato alle ciminiere fumanti di una fabbrica di carbone, respirandone i miasmi, ora sembrano quasi suffumigi salvifici: starci attaccati è indispensabile per la sopravvivenza. I quartieri altolocati della nuova società post apocalittica si svilupperanno proprio vicini alle industrie. E il carbone sarà il nuovo oro: non esistendo alternative alle macchine a vapore, occorre bruciarne di continuo per garantire alla propria comunità di passare un’altra notte.
E la domanda se sia il caso o meno di bruciare altro carbone, dando fondo alle scorte, vi assillerà a ogni partita. Perché è vero che le temperature raggiungeranno anche i -50 gradi e la popolazione vi busserà alle porte supplicando di accendere la caldaia, ma non sono nulla rispetto ai giorni in cui il tempo volge al brutto e il termometro scende oltre i cento. Bastano pochi giorni di bufera per spazzare via ogni forma di vita, se non conserverete un po’ di risorse. Risorse che andranno reperite esplorando i dintorni: sono rare, rarissime, costeranno un buon numero di vite umane ma vi permetteranno di tenere accesa la caldaia per qualche giorno in più, ma anche di costruire nuovi quartieri, concentrici, in una sorta di metaforico abbraccio urbano di una società alle prese con le bizze della natura.
I leader, è noto, sono soli. In Frostpunk avvertirete costantemente la solitudine e il fardello del comando, dato che ogni vostra decisione potrebbe costare cara a tutta la popolazione superstite. E a volte dovrete anche decidere chi sacrificare, per il bene di tutti. Le recenti discussioni sull’obbligatorietà vaccinale impallidiscono rispetto ai tumulti che dovrete fronteggiare quando chiederete ai vostri concittadini di lavorare h24 per tenere accese le caldaie anche di notte, durante le tormente più spaventose. O quando spedirete i bambini fuori dai confini della città per cacciare perché scelte non oculate hanno portato il cibo all’esaurimento prima del previsto e l’ultima spedizione di cacciatori adulti s’è tramutata in un disastro senza sopravvissuti.
E, ancora, a chi destinare medicine e antibiotici? Meglio amputare gli arti a un ingegnere rimasto travolto da una esplosione accidentale, consapevoli che sarà solo una bocca da sfamare improduttiva, o lasciarlo morire? La trovata degli sviluppatori di poter battezzare ogni concittadino col nome preferito vi farà, immancabilmente, affezionare a loro. Potrete perfino seguire la loro giornata lavorativa. Sacrificarli non sarà facile. Ma necessario. A cento gradi sotto lo zero termico, la società è fragile come le vostre ossa: gli addii e le defezioni rischiano di susseguirsi. Presto avrete a che fare coi Londiners, riottosi che riterranno che seguirvi sia stato un errore e propongono di ritornare a Londra.
Potrete allora emanare leggi più o meno severe nel tentativo di tenere i superstiti sotto il vostro giogo, ma si rischia molto presto di scivolare nella dittatura. L’edizione oggetto di questa recensione, Frostpunk Console Edition, arriva sugli scaffali virtuali di PlayStation e XBox con inclusi i DLC The Last Autumn (L’Ultimo Autunno), On The Edge (Labili confini) e The Rifts (Crepacci) che, oltre a introdurre nuovi ambienti, nuovi Libri delle leggi, tecnologie inedite e una serie di nuovi edifici proporranno sfide ad hoc, espandendo ulteriormente le intriganti meccaniche di gioco.