Per la serie “videogiochi davvero strani”, arriva su Switch l’horror game proposto da una startup che si compone di un’unica persona
Sviluppato da una piccolissima startup unipersonale, Wreck Tangle Games, che si regge sulle abilità artistiche di Orion Moon, componitore, game designer e scrittore, Quintus and the Absent Truth è un walking simulator piuttosto anomalo e atipico, almeno per ciò che concerne la sinossi e non solo. Ma andiamo con ordine.
Recensione di Quintus and the Absent Truth
Pervaso dalle atmosfere tipiche delle novelle gotiche di Edgar Allan Poe (in particolare, ci ha ricordato La caduta della casa degli Usher), Quintus and the Absent Truth segue le vicissitudini di un uomo, un artista già in crisi per la perdita del proprio talento creativo, che prima rimane improvvisamente vedovo e poi perde anche drammaticamente la figlia, proprio nel giorno del suo compleanno.
Hanno così inizio una serie di avvenimenti inquietanti e stranianti, spesso pure sconnessi tra loro, altre volte semplicemente deliranti, che ci condurranno lungo quattro capitoli e ci riempiranno la testa di dubbi, a iniziare dal fatto se ciò che viviamo sia vero oppure no.
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Lo stesso topolino bianco cui il protagonista umano si aggrappa disperatamente potrebbe essere frutto di un’allucinazione. L’animaletto si rivela ben più di un semplice roditore, diventando ben presto parte attiva della vicenda: potremo difatti controllarlo, e sono le parti più spettacolari del gioco, dato che le ambientazioni, anche quelle più ‘normali’ e quotidiane (stanze come la sala o una camera da letto) diventano maestose. Peccato solo che queste sequenze siano sporcate da alcune fasi platform troppo grezze per essere apprezzate appieno.
La trama di Quintus and the Absent Truth, si anticipava, è bizzarra e poco lineare. Probabilmente si ripiega più volte su un gameplay modificato a seconda dell’esigenza, dato che il prodotto è stato creato da un’unica persona. Si intuisce a più riprese che il titolo avrebbe voluto essere qualcosa di più, assai più horror, assai più variegato nell’esposizione e che quanto si ha modo di provare oggigiorno è il frutto di una lunga serie di compromessi.
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Lo si intuisce giocando, ma si ha modo di averne conferma anche in una modalità parallela in cui è lo stesso autore, dialogando col giocatore, a spiegargli non solo il dietro le quinte dello sviluppo, ma anche le idee sacrificate per mancanza di tempo, budget e risorse umane.
Quintus and the Absent Truth, un walking simulator un po’ spento
Abbiamo per le mani un walking simulator da vivere nei panni del protagonista umano e di quello animale, col topo che riesce a vivacizzare un po’ le meccaniche, condito da tanti piccoli enigmi che vanno dal reperimento di chiavi alla necessità di scovare codici e combinazioni per sbloccare serrature. L’elemento horror sta nelle atmosfere, nelle improvvise apparizioni, nell’inquietudine che aleggia in ogni ambientazione, in ciò che vi accadrà davanti al muso, ma non si sostanzierà mai in una reale minaccia da combattere attivamente.
Il risultato è un gioco dall’incedere un po’ troppo compassato, che almeno sulle prime potrebbe scoraggiare chi è alla ricerca di horror decisamente più votati all’azione e alla frenesia. Oltretutto, anche la resa estetica, benché particolare e sempre abbastanza ispirata (ma mal si sposa su Nintendo Switch, specie se giocato in portabilità), contribuisce ad appesantire Quintus and the Absent Truth, rendendolo contemporaneamente un’opera curiosa ma adatta a pochi.