Lo storico FPS gotico arriva sulle console d’ultima generazione forte di supporto Ultra HD, widescreen, modelli poligonali migliorati, illuminazione dinamica, anti-aliasing e modalità multiplayer cross-play. Con l’indimenticabile colonna sonora composta da Trent Reznor.
Venticinque anni fa usciva QUAKE e il mondo dei videogame non sarebbe stato più lo stesso. DOOM e Wolfenstein restano gli antesignani più celebri e nobili del genere FPS, e possono oggi contare su nuovi episodi e reboot di successo, ma QUAKE ebbe il pregio di portare le nostre indiavolate sparatorie a un livello tecnico, artistico e visivo mai visto e che resterà inarrivabile, dal punto di vista grafico, fino all’uscita di Unreal (che poi diventerà esclusivamente un motore grafico, le cui ultime versioni animano ancora oggi moltissimi videogame).
Quik, Quok, Quake
Se fino ad allora tutti gli FPS erano animati dall’engine di DOOM, con QUAKE gli sviluppatori statunitensi di id Software compirono un piccolo miracolo, riuscendo a muovere in un mondo interamente 3D i modelli poligonali di un buon numero di nemici, senza troppi rallentamenti e problemi di sorta, nemmeno quando abbondavano (e alle difficoltà maggiori, credeteci, erano davvero tantissimi). Di più: il gioco qua e là abbozzava perfino un elementare sistema di illuminazione in tempo reale (lo sparo delle nostre armi rischiarava i corridoi) e contemplava strutture architettoniche piuttosto complesse.
E poi c’era un level design intricato e sopraffino, figlio degli esperimenti fatti con DOOM e Wolfenstein, in cui non ci si limitava mai a percorrere un lungo corridoio, ma si premevano pulsanti, schivavano trappole mortali e si raccoglievano chiavi seguendo sentieri arzigogolati e tortuosi in cui spesso la fine del livello coincideva col suo inizio, o comunque si sbloccavano scorciatoie per non rendere mai eccessivamente frustranti i game over con la necessità di ripartire dal principio.
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Completava l’opera un impianto fantasy di caratura (prima di allora visto in opere come Heretic ed Hexen di Raven Software), capace di fondere ambientazioni gotiche, troll, zombie e magia nera con l’inconfondibile stile di DOOM, in un tripudio di esplosioni, mostri che sbucavano dall’oscurità, castelli e catacombe ricolmi di ogni orrore immaginabile che poteva essere affrontato – altro miracolo per l’epoca – in cooperativa a 4 giocatori, perfino in Lan e dunque senza split screen.
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L’importanza di QUAKE (e della sua remastered)
Se non lo avete mai giocato, probabilmente faticherete a capire perché QUAKE ha fatto storia ed è una pietra miliare per la storia degli FPS. Probabilmente, non comprenderete neppure il clamore sorto quando un leak ha rivelato anzitempo l’esistenza di un possibile nuovo episodio della serie, oggi deviata verso le competizioni multiplayer, che sarebbe dovuto essere mostrato all’ultimo QuakeCon at Home.
Di nuovi episodi nemmeno l’ombra, ma è comunque difficile trattenere l’entusiasmo di fronte a questo remake del primo, storico, capitolo datato 1996. Anche perché dimostra che, nonostante Bethesda sia ormai in mano a Microsoft, continua a sviluppare pure sulle altre console. La remastered di QUAKE infatti è appena giunta in ogni store virtuale: PC, Xbox One, PS4, Nintendo Switch, Xbox Series X|S e PlayStation 5. Le venture versioni per Xbox Series X|S e PS5 beneficeranno del 4K nativo a 120 frame al secondo.
Ma cosa troviamo in queste remastered? Non solo la compatibilità con gli schermi panoramici e con l’ultra HD (PC, Xbox Series e PS5), ma una gradita (e insperata) revisione dei modelli poligonali dei nemici. Prendiamo per esempio l’Ogre, il temibile avversario dotato di motosega e lanciagranate: lo ricordavamo con la faccia tutta impastata da texture sfocate che disegnavano alla bell’e meglio un orrendo ghigno d’orco sul suo volto, mentre ora ha denti in 3D. Abbiamo fatto un comodo raffronto per aiutarvi a comprendere di quali passi in avanti stiamo parlando.
Niente di rivoluzionario, certo, ma raramente le remastered interessano pure i modelli poligonali, limitandosi alle texture dei livelli. Totalmente dinamica l’illuminazione dei lugubri ambienti gotici e delle buie sale rischiarate dalla tremolante fiamma di fiaccole, ambientazioni rese ancora più di impatto dall’anti-aliasing (niente scalettature, insomma). Mentre rimane intatto il fascino della colonna sonora originale composta da Trent Reznor.
Sul fronte contenutistico, segnaliamo la riproposizione delle modalità cooperativa per 4 giocatori su schermo condiviso in locale oppure online, mentre i deathmatch online arrivano a ospitare 8 giocatori o 4 in split screen. Ottima l’apertura al cross-play per tutte le piattaforme cui si aggiunge il supporto di server dedicati per matchmaking online e peer-to-peer così da creare partite personalizzate.
I fans saranno felici di sapere che nei dieci euro circa di spesa sono incluse anche le espansioni originali “Scourge of Armagon” e “Dissolution of Eternity” (il sottoscritto, ai tempi, le giocò tutte: nel caso abbiate bisogno di una guida per scoprire come si supera un livello o siate semplicemente curiosi di vederlo all’opera, cliccate qui… e buona visione), oltre le avventure “Dimension of the Past” e l’ultimissima “Dimension of the Machine”, sviluppata recentemente e davvero visionaria.
Insomma, tutto è esattamente come noi vecchi mugugnoni lo ricordavamo, perfino più bello. Giocarci al mare, sotto l’ombrellone, grazie allo Switch è poi semplicemente fantastico, anche se in ambienti troppo illuminati non si vede praticamente nulla e per questo si muore di continuo. Che abbiate amato l’originale o non sappiate nemmeno cosa sia, correte a scaricare la remastered: contiene un pezzo della storia dei videogames che non può andar perduto (e su Xbox è tutto gratis, col Game Pass).