Dieci anni di “vita” e non dimostrarli
Disponibile già su mobile, Pudding Monsters è un titolo presente anche su Nintendo Switch, la console portatile dove spesso ci capita di recensire videogiochi mordi e fuggi che hanno mostrato tutte le proprie potenzialità su smartphone. Quando però si parla di piattaforme di gioco più mature ed esigenti lato grafica e gameplay, il salto di specie non sempre funziona. Non è stato il caso del prodotto di ZeptoLab, casa di sviluppo di Mosca (stiamo seguendo da vicino tutta l’evoluzione lato tech per quanto riguarda la guerra in Ucraina e le reazioni da parte dell’Occidente, con tantissime software house europee e non che stanno bloccando le vendite per gli utenti russi. Seguite i nostri aggiornamenti su StartupItalia).
Tornando al titolo, Pudding Monsters è uno dei rari videogiochi che ha saputo restare fedele alle proprie origini. Tanto per cominciare non si gioca impugnando la Switch come al solito, ma ruotandola di 90 gradi e utilizzando lo schermo touch per agire sulla schermata. Proprio come se avessimo uno smartphone gigante. Non occorre fare pratica più di tanto: i primi livelli funzionano da tutorial. Su una sorta di scacchiera troviamo sparsi alcuni mostriciattoli che vanno uniti tra di loro facendoli scorrere. La difficoltà sta nel combinare i movimenti di tutti per ottenere un’unica poltiglia: se non incontreranno infatti un ostacolo lungo il percorso, questi minion molto più gelatinosi degli originali cadranno dal tavolo, facendoci perdere il livello.
Altro dato interessante. Pudding Monsters
è un titolo rilasciato nel lontano 2012 e che a distanza di un decennio non mostra neanche una ruga sulla console ibrida di casa Nintendo. Certi livelli si completano in due secondi, altri richiedono uno o più tentativi per capire come mettere tutti insieme. Fondamentale è sfruttare lo spazio e gli elementi presenti. Dai libri alle tazze di caffè fino ai blocchi di ghiaccio. Come capite, nulla ha senso in questo titolo.
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La rigiocabilità di un prodotto simile – in tutto sono presenti 125 livelli (e la software house ne ha promessi altri) – è dettata soprattutto dalle stelline che possiamo raccogliere. Fino a un massimo di tre a livello: capiterà la volte in cui ne raccoglieremo una soltanto, ovvero posizioneremo il nostro didò occupando soltanto una casella stellata e lasciando le altre scoperte. Una soluzione per coprirle tutte c’è ed è nelle vostre mani: basta ripetere il livello e tentare di migliorarsi. A livello grafico, lo abbiamo già detto, le tonalità cartoon e i colori vivaci raccontano di un prodotto invecchiato alla grande. Completa il tutto un audio design giocoso e pieno di versacci incomprensibili.