Uno sviluppo travagliato, durato circa dieci anni: dopo il disinteresse di publisher e il fallimento della campagna Kickstarter, gli sviluppatori indipendenti non si sono arresi e hanno trasformato il proprio videogame in un bolide da corsa
Non potevamo iniziare la recensione di Wreckfest per PS5 senza raccontarvi la bellissima storia che ha alle spalle. Una storia che ormai risale all’alba dei tempi, al 2012, ma che in ambito startup può dare molto a tutti coloro che si trovano con tante belle idee in testa, motivazione e coraggio, ma zero soldini nel portafoglio. Sì, perché questo videogame dello studio indipendente finlandese Bugbear Entertainment ha avuto uno sviluppo incredibilmente travagliato, fatto di disinteresse dei publisher, una campagna Kickstarter fallita e il timore costante di non vedere mai correre la propria intuizione, che all’epoca si chiamava, ironicamente, Next Car Game.
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Ma i finnici sono un popolo duro e caparbio. Perseverarono e continuarono, mettendoci risorse di tasca propria, con lo sviluppo. Ci volle un Technology Sneak Peek di prova per convincere l’utenza della bontà del progetto. E l’aspetto più simbolico di questa storia è che i finanziamenti arrivarono a pioggia, ma non dai publisher, bensì semplicemente attraverso l’acquisto dei pre-order del gioco in accesso anticipato, che nel frattempo stava diventando quel Wreckfest che oggi corre su PS5 oggetto della nostra recensione e che tutti ben conoscono, visto il suo innegabile successo.
Recensione di Wreckfest per PS5, non chiamatelo “americanata”
Arriviamo finalmente all’oggi. Fingiamo che abbiate vissuto sulla luna e che prima di questa recensione della versione PS5 non abbiate mai sentito parlare di Wreckfest. Probabilmente, vedendo le immagini e il trailer che vi abbiamo proposto, potreste credere che si tratti dell’ennesimo clone di Destruction Derby e FlatOut.
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Ecco, per fortuna le cose non stanno proprio così, perché gli sviluppatori hanno sì ripreso il mondo delle corse becere a base di tamponamenti, frizioni incandescenti, pneumatici lisci che volano come proiettili che tanto diverte l’America profonda e trumpiana (quella dei bifolchi che accarezzano il fucile nel patio della propria cascina stringendo tra le labbra una spiga di grano) ma hanno provato a fonderlo con uno stile di guida quanto più serioso e simulativo possibile, à la Forza Motorsport.
Intendiamoci, l’anima del titolo finnico è e resta arcade, ma non è accessibile da subito, anche ai bambini, come un “Mario Kart”, proponendo un modello di guida assai più sofisticato e stratificato. Chi non lo avesse mai provato prima, noterà che il primo impatto con Wreckfest è straniante: se pensavate di tuffarvi in un’arena fangosa e prendere a sportellate chiunque tagliando comunque il traguardo per primi, dovrete ricredervi. Perché le sportellate sono sì all’ordine del giorno, ma costituiscono un ostacolo in più sulla strada della vittoria, tenuto in considerazione anche l’ottimo modello fisico, la fedeltà di danni e ammaccature e, in particolar modo, l’IA che anima gli avversari.
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Ultimo giro per la recensione di Wreckfest per PS5
Su PlayStation 5 ritroviamo quanto ci ha permesso di apprezzare il titolo in questi anni (dunque competizioni in cui occorre arrivare primi e altre in cui il solo scopo è sfasciare gli avversari, dotandosi pure dei mezzi più improponibili come tosaerba e utilitarie statunitensi d’antan) ammantato però da una verste grafica che ricalca più o meno quanto il gioco è in grado di offrire su un PC mediamente potente capace di farvi esaltare non tanto per la nuova resa dei fondali, quanto perché sottolinea ancora meglio l’incredibile e dettagliato sistema di danni. Con l’aggiunta di un aggiornamento a schermo a 60fps.
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Insomma, inutile proseguire oltre con questa recensione perché Wreckfest anche su PS5 taglia il traguardo con la dovuta fierezza: il suo ondeggiare tra simulazione e follia becera potrebbe lasciarvi attoniti da principio, ma una volta fattoci il callo saprà intrattenervi per molte ore, anche perché per via della sua peculiare alchimia, al momento non ha rivali veri e propri che possano impensierirlo, tanto meno su console d’ultima generazione.