Ai tanti concerti, il più rinomato festival europeo affianca le giornate di discussione sullo sviluppo digitale del music business. E con un contest mette in palio 120 mila euro per le startup del settore
E’ il festival estivo più atteso dell’Europa continentale. Quello dove si incontrano l’indie e il mainstream, il luogo dove vanno in scena più interessanti della musica di oggi. Nato dalla passione di pochi appassionati, il Primavera Sound di Barcellona è diventato col tempo un appuntamento irrinunciabile per fan e addetti ai lavori. Ed essendo legato, per natura, agli aspetti innovativi dell’industria musicale, non poteva tralasciare il mondo delle startup e dell’economia digitale. Che in pochi anni ha totalmente trasformato, come sappiamo, il nostro modo di ascoltare e consumare musica.
Primavera pro e tecnologia
Ai molti concerti – ce ne occuperemo nei prossimi giorni – il Primavera da anni affianca uno spazio per chi lavora nell’industria musicale. Si tratta del Primavera Pro: conferenze, tavole rotonde, incontri ravvicinati con nomi di prestigio – artisti, imprenditori, istituzioni – e occasioni continue di networking con tantissime realtà del settore. Nell’edizione di quest’anno, animata da oltre 100 relatori, è evidente l’impronta globale: dai mercati del Centro Europa all’organizzazione di concerti in Asia, passando per le scene del Nord Africa e del Medio Oriente, i temi vanno ben oltre le produzioni di matrice anglosassone.
Ma tutto riporta, sempre, alla tecnologia. Perfino un intero festival si può sintetizzare in una playlist. Quelle di Spotify generano oltre un miliardo di streaming: è chiaro che sono diventate un ecosistema a sé, e per questo il discorso d’apertura – tenuto da Jordan Baker di Slice Music, un veterano del settore – spiegherà come far arrivare una traccia sulle liste più influenti. E da lì, naturalmente, la discussione si allarga allo streaming.
Gli algoritmi alla base del flusso di contenuti online non sono soltanto fredde elaborazioni elettroniche: riflettono le abitudini di consumo e a loro volta si preparano a influenzarle, in modo sottile, quasi invisibile, ma reale. Sì, un algoritmo può avere risvolti sociali. Non sempre in positivo. Ad esempio, può accadere che gli algoritmi riproducano le diseguaglianze di genere già presenti nell’industria musicale. Su questo si concentrerà il dibattito che, nell’anno del movimento #metoo, suona quasi inevitabile. E infine, l’argomento che fa da cornice al resto, e forse diventerà il marchio di questa edizione: la blockchain. L’incontro presentato da Sonic Visions esaminerà come questa viene usata dai musicisti e non solo. Nuove forme di protezione del copyright, pagamenti diretti per gli artisti, distribuzione dei contenuti disintermediata: la disruption portata dalla blockchain è questo e altro, e cambia di nuovo forma alla sfida tra majors ed etichette indipendenti.
Primavera startups
La blockchain tornerà anche nella giornata dedicata alle startup, quando si farà il punto sul suo impatto sulle aziende delle sette note. Il 31 maggio le 5 finaliste presenteranno i loro progetti: la call era partita a febbraio. A disposizione, le giovani imprese avranno innanzitutto una delle migliori occasioni di networking con i più importanti player dell’industria musicale.
Ecco chi è in finale:
Lickd, basata a Londra, e da poco entrata nell’incubatore dei miti studi di Abbey Road, promette di risolvere i problemi di copyright su YouTube. Spesso, creando un video, si ha paura di avere problemi se si usa musica con diritti già riservati. La piattaforma di Lickd risolve la questione alla radice: gli youtuber possono prendere la musica delle label che si sono registrate lì, con una licenza che li fa pagare in base al successo del loro video e assolve ogni rischio di copyright infringiment.
Quisimah da Accra, Ghana: monitoraggio in tempo reale dei pezzi suonati nelle radio, con annesse le analisi utili alla promozione di una canzone o di un artista: mappando l’airplay delle canzoni, e quindi individuando zone forti e deboli, è più facile progettare una strategia di promozione davvero efficace.
Con Roadie Tuner entriamo nel campo della strumentazione, con il primo accordatore automatico di chitarre che lavora in autonomia. È tre volte più accurato dell’orecchio umano. Lo produce Band Industries, startup di tool musicali made in Seattle, una delle patrie dell’indie americano.
Grazie alla viennese Seeqnq etichette e producer possono vedere in tempo reale chi sta suonando i loro pezzi dal vivo: da lì, tanti modi smart di spingere la diffusione della musica.
Stereotheque da New York: mentorship e accesso esclusivo ai contenuti per far trovare a studenti e musicisti emergenti un seintiero di carriera sostenibile nell’industry. NETWORKING
Impossibile prevedere oggi chi vincerà. Le valutazioni per la selezione si sono basate sul potenziale innovativo, l’impatto sociale, l’attualità, la qualità del team e la capacità di comunicare. Criteri universali, non certo limitati al mondo dello spettacolo. Facile osservare che il lavoro sui dati e la ricerca sulle evoluzioni della proprietà dei contenuti si confermano centrale per rendere la vita più facile a un business che, negli ultimi anni, ha letteralmente cambiato faccia. Le scelte degli anni scorsi sono state varie: dalle possibilità della realtà aumentata dell’olandese Whitestone al nuovo modo di imparare a suonare la chitarra proposto dalla tedesca Uberchord, fino al mercato virtuale e universale per musicisti di SoundBetter.
I premi
In palio ci sono 120 mila euro in servizi di prima qualità. Elenchiamo i più importanti: la strategia di comunicazione curata da McCann Worldgroup; la consulenza legale e fiscale dello studio Baker & McKenzie; infine i crediti, la formazione e il supporto inclusi nell’Activate Portfolio Program di Amazon Web Services, estesi fino a due anni. E non solo: chi vince avrà uno spazio al prossimo Mobile World Capital Barcelona offerto da 4YFN e la possibilità di un pitch allo startup contest del Future Music Forum del prossimo settembre. Altre occasioni di potenziamento saranno il modulo da tre settimane sul management e gli aspetti legali del music business, offerto dal Berklee College of Music nel campus di Valencia, e lo startup pack di EsadeCreapolis, sempre basato in Spagna.
Ne vedremo – e ne ascolteremo – delle belle. Compresa, per chi frequenterà gli spazi Pro, un’esibizione dei Guano Padano, tra le poche band italiane chiamate al Primavera.
(F.R.)