Trionfa, di nuovo, un film che ha iniziato la sua ricorsa dal Lido di Venezia. E forse, nonostante il successo di Guillermo del Toro, sono gli organizzatori della Mostra del Cinema i veri vincitori
Non c’è stato un vincitore chiaro. Agli Oscar.
Non c’è stato il film che vince tutto o quasi, fa incetta e ne esce incoronato come il re dell’annata. La Forma Dell’Acqua ha preso il maggior numero di statuette, cioè quattro, e nelle categorie più pesanti (Miglior Film, Miglior Regia), il resto se lo sono spartito Dunkirk, che però ha preso solo tre premi tecnici (Montaggio, Montaggio Sonoro e Sonoro) e Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri (2 statuette: Miglior Attore Non Protagonista e Miglior Attrice). Agli altri briciole di premi poco o molto importanti come Gary Oldman Miglior Attore per L’Ora Più Buia o I, Tonya e la sua Miglior Attrice Non Protagonista.
I vincitori
Quel che è successo, in parole povere, è che l’Academy in un anno privo di film che mettono d’accordo tutti ha sancito che il grande favorito Tre Manifesti non è un film da Oscar. Sembra una considerazione banale ma non lo è. Chi ha visto il film di McDonagh (basta anche aver visto i suoi precedenti, come il bellissimo In Bruges) sa che è un’opera molto particolare, dotata di un umorismo nero spietato, cinica e cattiva, non propriamente hollywoodiana. E dopo che anni fa film come Non È Un Paese Per Vecchi o The Hurt Locker (molto piccoli, molto strani per gli standard degli Oscar) avevano vinto, sembrava ci potesse essere un cambio di rotta. Ora sappiamo che non è così. Tre Manifesti, nonostante sia piaciuto molto nell’industria, non poteva prendere altro che i premi agli attori, gli unici che non hanno a che vedere con “il tipo di film che è”.
Invece ha vinto La Forma Dell’Acqua, film anche questo bellissimo che merita il suo successo ma che, rispetto agli altri, gioca nel terreno del classico. Guillermo Del Toro viene dal cinema di serie B, è l’autore di Blade, Hellboy e Pacific Rim oltre che di film più personali e raffinati come La Spina Del Diavolo e Il Labirinto del Fauno, sa essere sia cineasta di cassetta che autore personale: con La Forma Dell’Acqua è riuscito ad essere entrambi, a fare un film romanticone ma con un mostro, capace di raccogliere così tanti consensi da sfondare il muro dell’Academy. Ha vinto insomma un classico senza tempo che parla di America, di tolleranza, inclusività e il paese che li contiene, uno che viene da un grande amante dei mostri e del cinema basso.
I vinti
Se dunque i vincitori lo sono stati in senso relativo, gli sconfitti sono invece molto chiari.
Ha perso su tutta la linea Il Filo Nascosto, il film di Paul Thomas Anderson che puntava a far vincere Daniel Day Lewis (era la sua ultima possibilità, avendo annunciato che si ritira) e comunque era ben nominato, ma alla fine tornato a casa con una sola statuetta (Migliori Costumi). Ancora peggio ha perso totalmente Lady Bird, il film molto pompato di Greta Gerwig, diventato famoso quando ha messo il record di numero di recensioni positive senza nemmeno una negativa su Rotten Tomatoes e tornato a casa con zero premi nonostante il clamore intorno alla sua regista e scrittrice (in prima linea con il movimento #metoo).
Non si può dire lo stesso invece di Get Out e Chiamami Col Tuo Nome, anch’essi sulla carta degli sconfitti perché tornano a casa con una sola statuetta, ma di fatto vincitori. Erano due outsider destinati a non prendere niente, due film diversi dalla media e a loro modo unici e particolarissimi. Invece il primo ha vinto Miglior Sceneggiatura Originale (meritatissimo, è la cosa migliore del film) e il secondo Miglior Sceneggiatura Non Originale (meritatissimo).
Il vincitore a sorpresa
C’è però qualcuno che ieri notte ha esultato più forte degli altri, dalla laguna di Venezia. È tutto il team che lavora alla Mostra del cinema e da 5 anni riesce a trovare e valorizzare i film che poi trionferanno nella notte degli Oscar. Gravity, Birdman, Il caso Spotlight, La La Land e adesso La Forma dell’Acqua, sono tutti film che si sono visti per la prima volta al Lido (e ottenere l’anteprima mondiale di film simili non è facile per niente) e che poi o hanno vinto come Miglior Film o hanno preso una valanga di statuette. In parole povere questa gestione ha creato l’idea (a quanto pare non pellegrina) che la corsa per l’Oscar parta dall’Italia e le conseguenze si sono viste già negli ultimi due anni, con un ritorno forte di titoli americani.
Infatti non solo quest’anno La Forma Dell’Acqua era a Venezia (dove ha pure vinto il Leone d’Oro) ma c’era anche Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri. Questo sta cambiando di fatto gli equilibri nel grande scacchiere internazionale, attirando molta più stampa straniera (che li vuole vedere per prima questi film) e attirando di conseguenza anche film più piccoli che vogliono stare là dove sta la stampa straniera per far parlare di sé.
Il prossimo settembre quando partirà la Mostra del 2018 ne vedremo delle belle.