Un videogioco che dimostra l’apporto di startup innovative e software house indipendenti nello svecchiare il mondo videoludico
Diciamoci la verità: se il mercato dei videogiochi fosse ancora saldamente nelle mani delle sole major, avremmo perso un buon numero di titoli ispirati e coraggiosi e probabilmente passeremmo da un CoD a un Fifa, passando per la remastered di GTA e all’ennesimo videogame sulla Formula1. Invece, per fortuna, ci sono sempre più startup innovative e arrembanti software house indipendenti che, tra mille sforzi per trovare un finanziatore, riescono a regalarci titoli unici, visionari e divertenti come One Hand Clapping.
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Cantando a squarciagola in One Hand Clapping
All’apparenza, il titolo dei ragazzi di Bad Dream Games, startup fondata nel 2018, è un normale platform 2D a scorrimento orizzontale. Dalla grafica deliziosa, certo, ma dalle meccaniche piuttosto consuete. Lì però cadete in errore, perché l’intero One Hand Clapping andrà giocato cantando a squarciagola e prendendo stecche una dietro l’altra, nemmeno se vi steste esibendo tra le giovani proposte del Festival di Sanremo.
Il gioco, a poco a poco, a seconda delle sfide proposte, degli enigmi che vi parrà davanti o delle lezioni che vi piazzerà nella schermata delle opzioni (forse un po’ troppo nascoste), vi insegnerà a prendere dimestichezza con la vostra estensione vocale, consentendovi di averne il pieno controllo. O quasi. Una sorta di lezione di canto in salsa videoludica, se vogliamo.
Nel colorato e bizzarro mondo di One Hand Clapping (disponibile su PC, Google Stadia, Xbox One, PlayStation 4, Nintendo Switch, Android, e iOS)si addomesticano rompicapi, piattaforme mobili e l’imperante oscurità cantando, emettendo vocalizzi e gorgoglii come nelle vostre migliori performances sotto la doccia. Ovviamente non dovrete starnazzare note a caso: più si va avanti e più il titolo diverrà esigente, perciò, soprattutto se deciderete di giocarlo su PC, accertatevi di avere un buon microfono perché le periferiche scadenti potrebbero rendere frustrante l’esperienza.
Esperienza che invece è pensata per essere onirica, anche grazie a un comparto artistico semplicemente trasognato, a dir poco strepitoso, nella sua semplicità ed essenzialità. Insomma, il gioco d’esordio dei ragazzi di Bad Dream Games, a dispetto del nome del team, è un sogno bellissimo: quasi un peccato arrivare ai titoli di coda e svegliarsi.