Square Enix e Acquire portano su Switch, PlayStation 5, PS4 e PC un gioco di ruolo classico ma a suo modo sorprendente
Presi come siamo dal contare poligoni, osservare texture in alta definizione e lamentare l’assenza di quell’effetto di rifrazione che rende l’acqua meno vera del dovuto, ci siamo dimenticati che la bellezza estetica di un videogioco non sta nella potenza grafica, quanto nello stile adottato. Nel 2018 Square Enix e Acquire dimostrarono al mondo cosa potessero fare i vecchi sprite 2D usati su console a 8 e 16-bit, se opportunamente fusi con una grafica tridimensionale ispirata. Dopo cinque anni, riescono ancora a lasciarci la bocca spalancata con un episodio che espande ulteriormente quel concetto: signori, ecco Octopath Traveler 2.
Octopath Traveler 2, il mio regno per un modellino
Ecco, poco fa abbiamo usato il verbo “espandere”. Forse non a caso. Anzi vedrete che lo ripeteremo spesso nel corso della recensione di Octopath Traaveler 2. Perché se siete abbastanza vecchi da ricordarvi le espansioni dei giochi per PC che si innestavano sui titoli principali aggiungendo livelli e qualche novità grafica, più volte prendendo parte all’avventura custodita nello scrigno di Octopath Traveler 2 vi sembrerà di giocare a una espansione dell’originale, piuttosto che a un seguito vero e proprio.
Questo perché la formula di gioco è sostanzialmente invariata. Del resto, squadra che vinche non si cambia. Le aggiunte non mancano, il continente è completamente nuovo (non ci troviamo più a Orsterra ma nei due continenti divisi dal mare di Solistia) e anche l’epoca storica è variata, particolari non di poco conto che consentono la fruizione del nuovo capitolo anche a chi non dovesse aver giocato al vecchio episodio.
E probabilmente sono proprio i neofiti a rappresentare la platea che può trarre il meglio da Octopath Traveler 2, visto che i gamer affezionati potrebbero in più occasioni provare una fastidiosa sensazione di “già visto, già sperimentato, già vissuto”.
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L’ossatura di questo JRPG old school è ancora una volta la possibilità di intraprendere la medesima avventura declinandola in otto punti di vista differenti, che sono quelli degli otto eroi che si metteranno in viaggio.
Qui già si intuiscono i progressi fatti, specialmente a livello di sinossi, dato che i personaggi (non tutti) sono scritti meglio rispetto al precedente capitolo e le loro storie molto più coinvolgenti e drammatiche. Restano purtroppo inalterati alcuni difetti, come di fatto l’obbligo di alternare le otto trame tornando di tanto in tanto alla taverna che funge da snodo per procedere con gli altri eroi.
Nulla impedisce di iniziare e finire la medesima avventura con un solo personaggio prima di passare agli altri, ma in questo caso il gioco esaspera un altro difetto già presente in Octopath Traveler 1, ovvero l’eccessivo bisogno di grindare, sempre e comunque, per avanzare di livello o quanto meno avere i soldi sufficienti per comprare equipaggiamenti decenti.
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Abbiamo per le mani un gioco di ruolo tradizionale che non fa sconti: i nemici sono forti, i boss impegnativi e le monete scarseggeranno continuamente. La sola per avanzare, dunque, è mettersi di buzzo buono e affrontare gli stessi mostri anche per qualche oretta di seguito, così da fare le ossa al team e contemporaneamente pure un bel gruzzolo.
Di fatto, come si anticipava, Octopath Traveler 2 non presenta reali differenze rispetto al capostipite della serie, ma si limita a innestare tante piccole trovate, come per esempio il ciclo dì /notte (purtroppo l’alternarsi non avviene in tempo reale, ma attraverso la pressione di un tasto) che permette non solo, al calare delle tenebre, di scontrarsi contro nemici più forti, ma anche di accedere a side quest differenti e di usare abilità (le cd. azioni di viaggio) diverse a seconda del momento della giornata.
Per farvi qualche esempio, di giorno Throné, seducente membro della Confraternita dei Serpenti neri, può sgraffignare soldi e oggetti ai passanti, mentre di notte potrà addirittura stordirli; il galeotto Osvald V. Vanstein di giorno può ottenere informazioni dagli abitanti, di notte persino i loro beni; la selvatica Ochette di giorno può scatenare vere e proprie risse, di notte trovare alleati. E così via. L’introduzione del dì e della notte ha permesso insomma di espandere (ecco il verbo che ritorna) un concetto già visto nel capitolo precedente: anche molte azioni di viaggio vengono da quell’episodio, ma ora sono raddoppiate.
Pure il sistema di combattimento è rimasto invariato e richiede ancora di colpire i mostri con un’arma o un elemento che li renda vulnerabili così da ridurne i punti scudo, che una volta scesi a zero infliggono il “Dominio“: due turni di KO, durante i quali il nemico, oltre a subire danni ingenti, non potrà contrattaccare. Tornano pure i “Punti Potenza” risorsa da spendere per portare a segno fino a quattro colpi standard consecutivi o per incrementare di tre livelli il potere di una skill offensiva, arrecando in un singolo turno il quadruplo dei danni.
Ancora una volta sorprendente la realizzazione grafica: il mondo di Octopath Traveler 2 è un diorama meraviglioso, evocativo e particolareggiato che fonde con sapienza quinte poligonali con attori tridimensionali (l’inverso di ciò che avviene sui prosceni teatrali, se ci pensate). Il risultato è ancora una volta spettacolare: osservate le immagini e il video a corredo di questa recensione di Octopath Traveler 2 per farvene una idea.
Per il resto, la produzione nipponica è un ottimo JRPG segnato però da alcuni limiti legati alla sua natura eccessivamente conservatrice che potrebbero renderla indigesta a chi cerca prodotti più innovativi, che lascino maggiore libertà al giocatore. Chi è stato sedotto da primo episodio con ogni probabilità amerà anche questo, sebbene constaterà l’assenza di vere e proprie novità sostanziali. Per il terzo capitolo speriamo che Square Enix e Acquire osino decisamente di più, proprio come hanno fatto sotto il versante estetico.