Le star dei cartoni provano a oscurare la saga di Masahiro Sakurai, Super Smash Bros. Ci riusciranno?
Quando chi scrive oggi questa recensione di Nickelodeon All-Star Brawl era bambino e i picchiaduro andavano per la maggiore, sia nelle sale giochi, sia su SNES, nei salotti della gente, il genere accoglieva solo titoli che, per quanto scanzonati e irriverenti (basti pensare alle Fatality, Babality, Brutality di Mortal Kombat...) tendevano a prendersi piuttosto sul serio e prevedevano rose di combattenti che andavano dai classici bellocci pieni di muscoli a mostri che parevano usciti dall’inferno. Poi è arrivato, nel lontano 1999, Super Smash Bros. e da allora si è capito che il genere, che intanto iniziava ad avvertire i primi segni di stanchezza, poteva ospitare anche personaggi super deformed o comunque dall’aspetto cartoon (la serie di Sakurai ha ceduto subito all’epica e al lirismo, ma il primissimo episodio era accompagnato da artwork molto ironici, che ritraevano le stelle Nintendo in modo più buffo di quanto già non fossero).
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Nickelodeon All-Star Brawl, una recensione piena di zuffe
Ecco, Super Smash Bros. è subito diventato una corrazzata e, sebbene avesse trovato una nuova strada per far sopravvivere i picchiaduro anche negli anni 2000, ha immediatamente occupato l’intera nicchia. Negli anni i cloni non sono mancati, ma il titolo Nintendo regna imperterrito. Ne è una prova il fatto che l’ultimo ghiotto aggiornamento (Sora di Kingdom Hearts) sia arrivato proprio in questi giorni, a tre anni dal debutto del titolo per Switch, che su Nintendo Store continua a essere proposto a prezzo pieno, ovvero 70 euro.
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Non è facile avere un roster da contrapporre al carisma della scuderia nipponica. Ci prova però Ludosity con Nickelodeon All-Star Brawl che pesca a piene mani, come il nome lascia intendere, dai cartoni animati trasmessi su Nickelodeon. Certo, nessuno dice che Spongebob possa competere con Kirby, Reptar con Yoshi e le Tartarughe Ninja con Link, ma l’idea in sé ci sta e potrebbe dare finalmente ai possessori di PlayStation 5 e Xbox Series X|S (o di PS4 e Xbox One), il ‘loro’ Smash Bros.
E in effetti, Nickelodeon All-Star Brawl non fa certo mistero di volersi mettere in competizione diretta con Smash Bros. L’intero gameplay pare cucito addosso all’opera di Sakurai, a iniziare dal fatto che anche qui i punti vita sono stati sostituiti da percentuali che, crescendo, ci permetteranno di scagliare con più facilità gli avversari fuori dal ring. Ciascun personaggio porta in dote abilità, mosse e poteri sfoggiati nei cartoni di provenienza, allo stesso modo le ambientazioni sono state studiate per racchiudere quanti più dettagli dei rispettivi cartoon.
Rispetto a Smash Bros., naturalmente, il bouquet è assai più contenuto e meno variegato: molti meno lottatori (una ventina) e stage, così come i combattimenti e il bilanciamento tra i personaggi risultano più grezzi. Il combat system, comunque, è sufficientemente elaborato e stratificato da attrarre anche chi cerca un gioco che non soddisfi solo il casual gamer, soprattutto per ciò che concerne la gestione delle parate, che sono più efficaci quando sono simultanee all’attacco (non esiste, invece, la schivata che in Super Smash Bros. Ultimate rende alcuni scontri in rete davvero frustranti).
Per essere la versione ‘budget’ di un mito, Nickelodeon All-Star Brawl funziona piuttosto bene, pur non riuscendo a innovare lo spirito originario sotto alcun aspetto. Fatichiamo a comprendere perché chi ha uno Switch dovrebbe sceglierlo al posto di Super Smash Bros. Ultimate (l’unica potrebbe essere il prezzo: è inaccettabile che dopo tre anni il titolo Nintendo sia ancora offerto a 70 euro) o, peggio, in aggiunta al titolo di Sakurai. Viceversa i possessori di Xbox o PlayStation dovrebbero farci un pensierino, anche perché l’online, nonostante non consenta una gran personalizzazione delle opzioni di gioco, nelle nostre partite ha dato meno problemi rispetto a quello di Smash Bros.