Uno dei padri moderni dell’immaginario post-apocalittico, l’autore Cormac McCarthy, ha scritto pagine che hanno influenzato film, serie e videogiochi. The Last of Us, tanto per intenderci, ha preso spunto dal suo libro La strada. Con New Cycle, opera indie sviluppata da Core Engage e disponibile in accesso anticipato su Steam, il livello di dettaglio non è così estremo nel raccontare dolore e violenza delle persone. Questo perché il team ha preferito alzarsi in cielo e dare una visuale d’insieme per godersi un city builder che arriva sul mercato pochi mesi dopo Cities Skylines 2.
New Cycle: recensione
Come era stato annunciato, New Cycle è un prodotto pensato per puntare molto sul comparto narrativo. E la sinossi del titolo avrebbe buone carte da giocarsi per presentare una storia di riscatto e sopravvivenza del genere umano. Oltre l’anno 2070 il mondo è molto diverso da come lo conosciamo: il Sole ha provocato una serie di eventi apocalittici dal punto di vista atmosferico, con ricadute disastrose sugli esseri viventi.
Questo è lo scenario in cui il gamer deve iniziare a costruire la sua città, occupandosi come in tutti i city builder di risorse, edifici, cibo. Immancabili – e necessari – gli imprevisti, che alzano il livello della sfida e scombinano le carte per testare il sangue freddo del giocatore. Purtroppo a livello narrativo New Cycle non riesce mai a decollare, rimanendo sempre aderente a meccaniche tradizionali.
Non male invece il comparto grafico: il mondo di New Cycle è inospitale, bollente, simile per certi versi a un città inglese nell’Ottocento, con industrie e colonne di fumo a dominare sul paesaggio. Dopotutto in un ambiente post apocalittico il genere umano torna al passato, per ricucire le proprie ferite e, eventualmente, imparare dagli errori commessi.