Videogiochi che soprendono non soltanto per i temi che trattano. Ma per come questi si legano al gameplay
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NeverAwake, questa startup giapponese parla di coma in uno sparatutto
Chi acquista uno sparatutto è in cerca di divertimento e frenesia. Tentare un esperimento in cui a fare da sfondo alle sessioni di combattimento è una condizione tragica come quella del coma potrebbe sembrare azzardato. O, peggio, fuori luogo e di cattivo gusto. Basta invece avviare NeverAwake su Nintendo Switch per scoprire un mondo fantastico, pulsante e vitale, che si sviluppa nella mente della protagonista. La ragazza di cui all’inizio nulla si sa è in una situazione evidentemente drammatica, ma dentro di lei sono la sua storia, i suoi ricordi, il suo passato a fornirci montagne di materiale per un’avventura indie che merita di essere giocata. Per ovvie ragioni non ci spingeremo oltre rispetto sulla trama. Vediamo dunque come se la cava questo arcade sulla portatile di casa Nintendo.
Sono gli stessi sviluppatori giapponesi di Neotro a presentare NeverAwake come un prodotto ideale per chi si affaccia al genere senza troppa esperienza. Il titolo è un twin stick shooter, vale a dire che con proiettili infiniti si utilizza lo stick destro per direzionare i colpi, mentre col sinistro si danza in uno spazio bidimensionale dove i fondali non fanno da banale sfondo. La protagonista è una ragazza coraggiosa e parecchio tosta. Fate conto, una sorta di Mercoledì della famiglia Adams abile perfino con le armi da fuoco.
Sono quasi cento i livelli di NeverAwake che conducono il gamer alla scoperta di biomi ispirati e tutt’altro che ripetitivi. A cominciare dai mostri che si incontrano, il gameplay è vario e procede in situazioni molto diverse tra loro, nelle quali l’obiettivo è raggiungere una soglia precisa: 100% di cristalli fluorescenti che spunteranno ogni volta che uccideremo una delle innumerevoli creature di questo inferno onirico. Occorre raccoglierli uno a uno nel più breve tempo possibile per completare il livello.
Pilotare questo demonietto che ispira immediata tenerezza è semplice. I comandi si imparano alla svelta: bisogna tuttavia fare molta attenzione agli spazi stretti di NeverAwake. Se gli incubi ci soffocano spesso con stanze buie e corridoi che si restringono al nostro passaggio, ebbene i meandri onirici di questa giovane sono altrettanto claustrofobici. Occorre volteggiare per evitare spuntoni e proiettili vaganti, studiando attentamente i pattern d’attacco dei mostri.
Sparare è divertimento puro. Gli sviluppatori hanno inserito alcuni elementi ruolistici per potenziare le armi e la combattente, anche la progressione meglio riuscita è quella a cui si assiste livello dopo livello. Davanti ai nostri occhi si squaderna infatti un universo di immagini e situazioni graficamente impeccabili. Le creature che popolano gli incubi di NeverAwake hanno in comune le sproporzioni fisiche, le esagerazioni estetiche che li rendono orripilanti, e la crudeltà innata.
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