Grazie al ProPlay il gamer vive nuove sensazioni in partita. Come dire, tutto è più epico
La cadenza annuale di certi videogiochi corre spesso il rischio di far sembrare l’ultimo episodio come pigra fotocopia del precedente, quando non addirittura un suo DLC (strapagato per di più). Cosa dovete aspettarvi dunque voi, appassionati di basket, ora che in console è appena arrivato il nuovo NBA 2K24, capitolo di una saga che in un modo o nell’altro ha segnato giusto quel quarto di secolo di pallacanestro formato gaming? Ve lo anticipiamo: ci sono stati notevoli passi avanti, soprattutto in materia di realismo sul parquet. Per il resto avvisiamo i lettori: sul capitolo microtransazioni siamo arrivati a un punto forse di saturazione. Ma procediamo con ordine, dunque seguiteci nella nostra recensione di NBA 2K24.
Il volto del videogioco è il compianto Kobe Bryant, scomparso insieme alla figlia in un incidente aereo nel gennaio 2020. Fondatore di una mentalità, Mamba Mentality, è stato un atleta immenso, capace di infrangere record e segnare la bellezza di 81 punti in una sola partita nel match leggendario contro Toronto del 2006. In NBA 2K24 I Momenti del Mamba sono un album interattivo per i nostalgici, esattamente come nell’episodio precedente dedicato a Micheal Jordan. Rivivere e soprattutto rigiocare sette partite iconiche del gigante dei Lakers valgono davvero tanta roba.
I Momenti del Mamba sono però una piccola parte di quel che offre NBA 2K24. Le due modalità più sostanziose sono racchiuse nella carriera e nel MyTeam, parti regine e che senz’altro daranno al gamer ore e ore di divertimento per sfidare l’intelligenza artificiale degli avversari o gli altri gamer online. Avrete senz’altro letto molto sul problema delle microtransazioni, nodo dolente per diversi titoli. E non possiamo fare altre che accodarci alle critiche: sono troppe, punto.
Per quanto riguarda però l’aspetto più importante – il gameplay – il salto di qualità è più che apprezzabile. Grazie alla tecnologia ProPLAY gli sviluppatori hanno potuto replicare su schermo un livello di realismo che si nota, soprattutto nei singoli movimenti e negli stili di gioco dei campioni. Il risultato è frutto di ore e ore di partite NBA date in pasto al software. L’effetto finale è fluido, dinamico, con un elevato grado di varietà negli spostamenti. Attenzione: tutto questo vale solo per le next gen di PlayStation e Sony; su PC e le altre piattaforme ci si deve accontentare di una resa inferiore.
NBA NK24 è riuscito a toccare un livello di simulazione più alto rispetto agli esemplari precedenti, anche se ovviamente tutto si può migliorare e toccherà al team 2K stupirci di nuovo. I gamer avranno a disposizione tutto il meglio del campionato di basket più famoso e importante al mondo, con una rigiocabilità praticamente infinita e una curva di apprendimento davvero ripida.
A differenza di altri titoli di simulazione sportiva, dove ce la si può cavare anche senza impazzire con i comandi, NBA 2K24 resta fedele alla tradizione e impone un bagno d’umiltà soprattutto ai novellini. Chi parte da zero avrà sì una maggiore tolleranza sugli errori, ma per godersi a pieno il tutto suggeriamo di imparare molto a fondo i comandi di gioco, per sapere cosa fare poi in partita.
Nella città, un’esperienza che da un certo punto di vista ha fatto il suo tempo, abbiamo riscontrato micro transazioni davvero troppo ingombranti, soprattutto se si considera il prezzo del biglietto del titolo. Tirando però le somme 2K24 non è affatto copia carta carbone del predecessore, ma anzi segna una possibile strada per il futuro che attende gli appassionati.