Il materiale ecologico, molto simile a quello di origine animale, viene ottenuto dal micelio con un processo che rispetta l’ambiente perché non richiede l’uso di prodotti chimici e sali
Pelle e tessuti dal vino, dagli scarti di arancia e ora dai funghi. La nuova tecnica è stata sviluppata dalla startup Bolt Threads fondata da Dan Widmaier che si è già specializzata nella produzione di un filo di seta simile a quello della tela dei ragni, Microsilk. La materia prima di questa pelle ecologica è il micelio, una delle parti che compongono le radici dei funghi. Il materiale estratto dalle ife assomiglia a una schiuma densa che però è forte e durevole e porta alla produzione di una pelle zigrinata.
© Bolt Threads
La produzione della pelle
Il procedimento parte dall’estrazione delle cellule di micelio che crescono fino a creare una rete fibrosa con l’aggiunta di steli di mais. Le sembianze sono quelle della pelle di origine animale. Quando è sufficientemente cresciuta viene tagliata e sottoposta a una lavorazione simile a quella che avviene nelle normali concerie, con l’unica eccezione che si tratta di un processo amico dell’ambiente. Il micelio, a differenza della pelle animale, non imputridisce e non richiede quindi il massiccio uso di sostanze chimiche e sali che rappresentano un’importante fonte di inquinamento delle acque. «Siamo convinti che ci sia il bisogno nel mondo di materiali migliori che abbiano performance migliori e siano sostenibili per una popolazione in crescita e soprattutto per un ceto medio in crescita», ha commentato a Forbes il founder della startup.
© Bolt Threads
La prima borsa in Mylo
Il prodotto di Bolt Threads è biodegradabile e si chiama Mylo. La stilista Stella McCartney ha già usato l’innovativo materiale per una borsa che è in mostra al Victoria&Albert Museum. A differenza di quella derivata dal bestiame, la pelle che viene dai funghi può essere coltivata in laboratorio con un processo rinnovabile e, tutto sommato, semplice. Il successo della pelle ecologica sembra essere confermato anche dai buoni risultati economici della startup californiana: a gennaio l’azienda ha chiuso un round da 123 milioni di dollari.