Prendete due classici del passato dei videogiochi come Dig Dug e Bomberman e fondeteli assieme
Mai come in quest’ultimo periodo il mondo dei videogame sta vivendo un periodo nostalgico che sta portando le major a sviluppare una marea di remastered e le software house indipendenti ad affidarsi a gameplay tipicamente old school per i loro videogame. Murtop ne è un esempio perfetto.
Murtop, dov’è che l’ho già visto?
Sviluppato dallo sviluppatore solitario hiulit ed edito da Flynn’s Arcade, Murtop è l’esatta fusione di due grandi classici del passato: Dig Dug e Bomberman. Di fatto, dal puzzle di Hudson Soft, questa nuova IP prende le meccaniche basilari: il nostro eroe, un coniglio deciso a scavare sotto terra per trovare le sue prelibate carote, ha come solo strumento offensivo delle bombe. Essenziali per fermare le pestifere talpe che pattugliano il sottosuolo.
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Il nostro dinamitardo roditore deve però stare molto attento a dove le piazza, perché quando esplodono la fiammata percorre in linea retta l’intera galleria che ha scavato, quindi bisogna trovare velocemente un riparo. Dal vecchio arcade Namco, invece, Murtop prende in prestito la verticalità degli stage: quello che appare di fronte agli occhi del giocatore, insomma, non è un’arena vista dall’alto, come quella di Bomberman, ma uno spaccato delle profondità della terra.
Insomma, è come se si guardasse un terrario. Per questo, un ulteriore ostacolo è rappresentato dai massi grigi: levando il terreno sotto di loro, dopo qualche istante cadranno, trascinando tutto e tutti. Inutile dire che, con un po’ di arguzia (e tanta fortuna) è possibile usarli a proprio vantaggio.
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Scopo del gioco non è solo rinvenire tutte le carote dei singoli stage, ma anche fare fuori tutti i nemici: una formula che si ripeterà, senza grosse variazioni, per 256 livelli. Negli anni ’80 ci si divertiva davvero con poco: oggigiorno è difficile che un giovane resti incollato a lungo allo schermo dello Switch con un titolo simile, ma noi che stiamo sfiorando gli ‘anta, in compenso, potremmo appassionarci. Sicuramente emozionarci e commuoverci.