Ve lo diciamo senza troppi giri di parole: abbiamo per le mani un capolavoro, sviluppato a pochi chilometri da Milano
Con lo sport fermo a causa dell’epidemia, le uniche emozioni per i tifosi possono provenire oggigiorno dalle console. Abbiamo già dato conto, soprattutto nella nostra sezione SportUp, delle tante competizioni virtuali alle quali hanno preso parte sportivi reali, il più delle volte indette per beneficenza e aiutare la ricerca. Il mondo dei videogiochi, colpito di striscio dal Coronavirus, per fortuna non si è fermato, almeno per quanto riguarda i prodotti già finalizzati e soltanto da distribuire. È arrivato così come da programma alla linea di partenza MotoGP 20, dell’italianissima Milestone. Vediamo com’è.
MotoGP 20 c’è!!!!!
Anche in quest’ultimo episodio – e non poteva essere altrimenti – torna in pista A.N.N.A. il complesso algoritmo artificiale sfoderato in MotoGP 19 e scritto interamente negli studi di Milano per ottenere dai piloti avversari una risposta il più aderente possibile alla realtà.
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Di cose simili se ne leggono continuamente, poi alla prova dei fatti ci si ritrova circondati da PNG (personaggi non giocanti) che si incastrano nei muri e che escono di pista all’improvviso, suicidandosi. A.N.N.A., invece, regala soddisfazioni. Non rivoluzionerà il mondo videoludico, ma fa ampiamente il suo lavoro, evitando di concedere al giocatore la pigra possibilità di studiare la routine d’azione dei propri avversari per poi agire di conseguenza e superarli con disinvoltura.
Dal team di sviluppo tengono infatti a far sapere che A.N.N.A. non è stata sviluppata per seguire un “tot” di azioni, ma per studiare autonomamente traiettorie e soluzioni migliori, a seconda della situazione. Insomma, l’atteggiamento dei bot dovrebbe cambiare al variare del frangente, studiate le possibili variabili della situazione.
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Pronti a fare carriera?
Come era lecito attendersi, dopo un capitolo fortemente rivoluzionario come MotoGP 19, quest’anno Milestone si è limitata a rifinire il proprio prodotto, senza operare altri stravolgimenti. Le novità più importanti le riserva però la modalità Carriera, rivista per dare nuovo impulso agli aspetti manageriali. Sarà possibile perdere ore solo nella personalizzazione delle livree e dei caschi, dando vita al proprio team. Scopo del gioco sarà ovviamente partire da zero per arrivare nell’Olimpo della MotoGP, dunque andando a lavorare per le squadre ufficiali più rinomate, con una formula comunque più asciutta rispetto alla complessità proposta solitamente nelle produzioni Codemasters.
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Attento che cadi!
Miglioramenti notevoli anche per ciò che riguarda la fisica del gioco, atta soprattutto a differenziare le risposte a seconda delle categorie, dove i bolidi di Moto3 sono resi ancora più agili e scattanti rispetto all’anno scorso e quelle della MotoGP riescono a regalare una sensazione di potenza persino amplificata. Tutto ciò si traduce in un consumo dei pneumatici localizzato e accelerato a seconda del proprio stile di guida e a una diversa tenuta in pista del mezzo a seconda delle condizioni atmosferiche.
Una MotoGP con le rotelle
Resta comunque ben percepibile la volontà, da parte dello studio di sviluppo milanese, di fare in modo che MotoGP 20 sia accessibile a tutti: una lunga serie di aiuti attivabili a piacimento arriverà a rendere la moto quasi teleguidata, con la possibilità di decelerare in automatico in prossimità delle curve e impostare le traiettorie migliori. Così facendo, anche il guidatore della domenica riuscirà a divertirsi e magari a raggiungere il podio.
Insomma, inutile girarci attorno, abbiamo tra le mani uno dei migliori esponenti del settore. MotoGP 20 è un titolo su licenza solido e divertente, capace di intrattenere per ore, forte dell’esperienza pluridecennale di Milestone. È dunque il miglior capitolo della saga ma pure l’esponente della categoria più riuscito e divertente. Complimenti ai nostri connazionali che hanno dimostrato cosa può fare il nostro Paese in campo videoludico.