Remaster o remake? Per capirlo ci siamo nuovamente messi sulle tracce di Ridley in compagnia di Samus Aran…
Fa davvero uno strano effetto calcare il suolo alieno di Tallon IV, dopo oltre due decadi. In realtà ci eravamo tornati a bordo del Telecomando Wii nel 2009, ma questa volta il viaggio interstellare ha ben altro sapore. Perché di un Metroid Prime per Switch si parla da tempo e questo annunciato appena poche ore fa, nell’ultima Nintendo Direct, potrebbe esserne un gustoso antipasto utile a scolarizzare tutti coloro che non hanno la minima idea di cosa abbia rappresentato la serie del team texano Retro Studios; ma soprattutto perché Metroid Prime Remastered oscilla per tutto il tempo tra la remaster e il remake. Ma procediamo con ordine.
Metroid Prime Remastered, quasi tutto come allora
Metroid Prime Remastered ancora più dell’originale si fa scoprire a poco a poco. La prima ambientazione, che rimanda alle tinte horror del film Alien, per via dell’oscurità non consente di comprendere appeno i progressi tecnici operati dagli sviluppatori (non solo Retro, al titolo hanno lavorato anche Iron Galaxy, Airship Images Limited, Atomhawk Design, CGBot, Gamesim Inc, Liquid Development, Original Force LTD, Shanghai Mineloader Digital Technology e Zombot Studio), che come vedremo (ultimi due filmati) ci sono e sono preponderanti. Tutto, a tratti, sembra identico a come lo avevamo lasciato.
A iniziare dalla necessità di fare scansioni di ogni cosa, siano nemici o particolari del paesaggio, interruttori necessari per procedere o semplici terminali che daranno qualche informazione di contorno. Oggi un’operazione simile probabilmente non piacerà ai giocatori più giovani, desiderosi di non interrompere continuamente l’azione e i ritmi frenetici della battaglia.
Ma Metroid Prime Remastered va giocato tenendo bene a mente un particolare tutt’altro che secondario: non siamo di fronte a un FPS, bensì ad un’adventure in prima persona che ha anche alcune striature da survival horror e numerose derive nel genere platform. Non va insomma approcciato con la frenesia di un Doom (letta la nostra recensione di Doom Eternal The Ancient Gods?) o di un Quake (qui la recensione di Quake): i nemici hanno la loro routine d’attacchi e i loro punti deboli, prima di attaccarli a testa bassa è necessario studiarli o non si sopravvivrà a lungo, finendo per fare parte della catena alimentare che governa Tallon IV.
La prima ambientazione non è solo un piccolo-grande tutorial ma un corposo anticipo di ciò che ci attenderà a breve, una volta sbarcati sul pianeta arancione che si staglia proprio di fronte all’astronave alla deriva che visiteremo. Si tratta di una mappa raccolta ma zeppa di dettagli da scansionare e con la necessità di fare backtracking per uscirne vivi.
Ma sotto Metroid Prime Remastered pulsa anzitutto un titolo del 2002 e infatti una delle prime cose che sorprendono maggiormente è che, nonostante il gioco sia appena iniziato e il livello di difficoltà sia settato su “normale”, la sfida non manchi, nemmeno nei primi istanti.
L’avventura vera e propria ha inizio atterrando su Tallon IV all’inseguimento di un vecchio nemico. Qui è possibile iniziare a osservare i tanti progressi fatti in campo tecnico e grafico, tra effetti luce, shader, texture molto più definite e modelli poligonali rivisti per essere meno spigolosi.
Sfruttiamo il lavoro dei ragazzi di ElAnalistaDeBits per farvi comprendere, senza altri verbosi giri di parole, di cosa stiamo parlando e perché in più di una occasione ci siamo chiesti se fossimo di fronte a un remake anziché a una semplice remaster.
Risoluzione e frame-rate sono 900p e 60 fps nella modalità Dock con la console attaccata alla TV, mentre passa a 612p e 60 fps in modalità portatile, ma il frame-rate sembra rimanere solidamente stabile in entrambi i casi.