Pixel art intrigante e ricca di dettagli. Non si può dire lo stesso del gameplay
Ci sono alcuni videogiochi che poggiano su una trama intrigante, indebolita però da un gameplay che non convince fino in fondo. Mayhem in Single Valley, titolo sviluppato dal team indie Fluxscopic, narra l’avventura, o meglio, la sventura di Jack, un adolescente pronto a intraprendere la strada del college. Nella sua vita nulla è stato facile: la famiglia tenta di sbarcare il lunario tra mille difficoltà e quando a un certo punto il mondo viene devastato da un virus che trasforma gli animali, anche i più teneri, in mostri zombie, il giovane viene ritenuto da tutti il colpevole. Una vita fortunata, insomma.
Jack però non demorde e decide che il suo destino lo condurrà fino alla salvezza del mondo che tanto lo ha maltrattato. Messa così la trama, grazie a una pixel art davvero ben riuscita e ispirata, Mayhem in Single Valley avrebbe eccome il potenziale per conquistare.
Senza immergerci in questa avventura – assai breve: cinque ore per arrivare ai titoli di coda – vi anticipiamo che Mayhem in Single Valley non è un titolo in cui dobbiamo vestire i panni del killer di zombie. Con quel fisichino potremmo al più fare una carezza a un grizzly dagli occhi verdastri e denti affilati. Occorrerà invece sfruttare l’ambiente circostante, le risorse da raccogliere per distrarre e poi curare la fauna assetata di sangue.
Il gameplay di Mayhem in Single Valley si struttura in puzzle game e nel cucinare un menu che salvi gli animali da questa malattia zombie. Il problema di fondo è che non ci sono abbastanza risorse per salvarli e presi d’assalto da orde disordinate sarà ben dura prendersi a cuore la sorte di ogni creatura.
Non è male esplorare la città natale di Jack e soffermarsi sugli ambienti di questo mondo 2D così pieno di dettagli. Senz’altro l’impegno sulla grafica avrebbe potuto essere meglio distribuito per studiare meccaniche ludiche più convincenti e meno ripetitive. La trama, infine, pur partendo bene si butta via in una serie di situazioni non chiare che poco si conciliano con un inizio di titolo così precario per la vita del ragazzo. Ci si aspetterebbe una rivincita dell’underdog, dell’incompreso. E invece…