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Leoni da tastiera e cyberbullismo sono solo la manifestazione di due aspetti della nostra natura di esseri umani. Che hanno trovato in Rete un luogo stabile di residenza, ma che esistono anche fuori. E non sono in aumento
Mi chiedono di partecipare ad un programma in radio. Il tema: i commenti violentissimi di riprovazione e rabbia verso una madre, comparsi in Rete subito dopo una tragedia avvenuta a Bologna durante il Carnevale. Un bimbo di due anni gravemente ferito dopo essere sfuggito al controllo della donna mentre era su un carro allegorico. Mi scopro leggermente sollevato nel constatare che all’ora della diretta il giorno successivo non potrò essere presente e anche per il fatto di non sapere nulla, non tanto della notizia, della quale avevo letto, ma del coro di commenti che l’ha seguita. Sono cose che fanno male.
Perché questo avviene? Perché ogni giorno sui social network leggiamo commenti terribili e disumani verso chiunque? Reazioni che sono ogni volta spropositate e indipendenti dal tema. Argomenti frivoli e tragedia familiari come quella di Bologna scatenano comunque una sorta di tribunale popolare che in pochi secondi decreta la sentenza. E simili sentenze hanno sempre alcuni tratti comuni: sono rapidissime, sono disinformate, sono spessissimo violente e disumane.