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La comunicazione dei candidati ormai è affidata a impersonali siti di partito o al bailamme del social network. Ogni tentativo di personalizzare la presenza in Rete sembra abbandonato
Una microscopica notizia dentro la sfiatatissima campagna elettorale per le elezioni europee che sta terminando in questi giorni. La quasi completa scomparsa dei siti web personali dei candidati.
Per almeno un decennio ogni singolo politico che intendesse presentarsi ad una qualche elezione politica o amministrativa, necessitava di un sito web apposito. Alcuni – ma erano tempi d’oro ormai definitivamente scomparsi – pensavano in grande e immaginavano per la loro campagna un piccolo social network personale. In ogni caso, mediamente, chiunque intendesse dar segno di sé negli ambienti digitali, luogo nel quale era indispensabile esserci comunque anche se lo si detestava, pena un immediato pregiudizio di vetustà e scarsa comprensione del mondo che cambia, doveva costruire una piccola presenza che iniziasse per www: ad uso e costume delle dodici persone che poi lo avrebbero visitato.
Simili pagine web avevano un fascino duplice. Spesso erano luoghi di rete costruiti in economia e con qualche incertezza architetturale; tutti, in ogni caso, venivano poi abbandonati a loro stessi poche ore dopo che i risultati della competizione elettorale erano stati comunicati. Per molti anni, e forse un po’ anche ora, è esistito un piccolo cimitero di elefanti in HTML pieni di biografie, calendari della campagna, programmi politici, foto sorridenti e altre informazioni, di un signore o di una signora che, nel frattempo, era tornato alle sue quotidiane attività.
Oggi simili pagine apposite sono quasi scomparse. È scomparsa con loro una certa idea di “nuova frontiera” che simili progetti contenevano: le informazioni sui candidati alle prossime elezioni sono contenute, ben più schematicamente, dentro i siti web dei loro partiti, oggetti più professionali ma senz’anima e senza quel tocco personale che caratterizzava il sito web messo in piedi in fretta dall’amico nerd del figlio. Oppure più prevedibilmente viaggiano dentro improbabili pagine Wikipedia o su più frequentati profili Facebook.
È un po’ come se l’era dell’innocenza si fosse conclusa anche nel luogo principe del sogno e dell’inconsueto. A noi non resteranno che vecchie pagine Web abbandonate sulle quali navigare ricordando i vecchi tempi: nell’attesa che tutte, una ad una, inizino a subire gli insulti del tempo digitale, restituendoci un definitivo Error 404.