Dalla patria dei videogiochi un action RPG che fonde anche meccaniche souls e metroidvania con uno stile davvero promettente
Non sarà facile per la giovane realtà OneorEight di Issei Komura replicare il successo di Earth’s Dawn, beat ’em up del 2016 che, nonostante gli innegabili difetti, è riuscito a sfiorare il mezzo milione di download. Questo nonostante Lost Epic sia, per tantissimi versi, il suo naturale successore. A iniziare dal gameplay, che fonde ancora una volta meccaniche da hack & slash con altre tipicamente action RPG e soulslike, per proseguire coi difetti che, purtroppo, lo diciamo subito, in massima parte sono gli stessi che caratterizzarono anche Earth’s Dawn.
Cosa ci aspetta in Lost Epic
Intendiamoci, Lost Epic ha in parte fatto tesoro delle critiche mosse al titolo precedente e ora troviamo un impianto ludico assai più solido e stratificato. La componente RPG è senz’altro quella più convincente, grazie al sistema di crafting e di crescita del proprio eroe, che può essere plasmato a seconda dei propri gusti e del proprio approccio al gioco, così come è possibile forgiare le sue armi.
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Rispetto a Earth’s Dawn, questo nuovo videogioco cambia decisamente contesto: niente più futuro distopico a favore di una ambientazione medievaleggiante che strizza l’occhio a vecchi Final Fantasy e Legend of Mana. La caratterizzazione dei personaggi, poi, è quanto di meglio possa offrire il Giappone e lo si ha modo di osservare tanto guardando le tre protagoniste (piuttosto stereotipate: la classica guerriera indomita, la maga e l’immancabile donna-gatta), quanto soprattutto gli enormi boss, che pescano a piene mani dal folklore nipponico. Soddisfacenti soprattutto le animazioni, ma dagli autori di Earth’s Dawn non ci attendevamo niente di meno.
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Fine della recensione di Lost Epic
Dove Lost Epic presta il fianco alle critiche, invece, è in una eccessiva ripetitività di fondo, tanto delle missioni, quanto degli assets grafici e dei nemici, con battaglie che di tanto in tanto tendono a farsi eccessivamente punitive e caotiche. E visto che questo action RPG strizza gli occhi ai Souls quando si tratta di punire il giocatore per una dipartita prematura, si comprende come tutto ciò rischi di diventare presto frustrante.
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Anche l’anima metroidvania di Lost Epic non è stata esplorata a dovere con livelli che di fatto si dischiudono dinnanzi a voi senza ramificazioni, senza spingervi a esplorazioni di sorta, ma semplicemente chiedendovi di avanzare sempre nella medesima direzione. Occorre comunque tenere a mente che questa è una produzione budget, realizzata da uno studio di sviluppo alquanto giovane. Non ci si può quindi attendere la perfezione e occorre riconoscere che, a dispetto dei difetti fin qui elencati, il titolo riesce a divertire e sorprendere anche per la solidità del gameplay, sebbene aver fuso tanti generi in uno non abbia consentito agli sviluppatori di esplorarli adeguatamente tutti.