Da straka.studio un videogioco a incastro
Non era facile restituire la fatica di un soulslike, con armi pesanti e parate che mettono i brividi talmente è forte l’urto. Loot River, titolo disponibile su Xbox Series X/S sviluppato dalla realtà indie straka.studio, di stanza in Slovacchia, è un videogioco che può darvi del filo da torcere e, al tempo stesso, farvi sentire spesso dalla parte del più forte. Non che non si muoia: si muore eccome. Eppure quel potere enorme di decidere il terreno di gioco, spostando le piattaforme manco fossimo in Tetris, ci ha tolto più di una volta dai guai, permettendoci di recuperare, di studiare l’avversario, di ricaricare semplicemente la vita.
Con una pixel art deliziosa e una visuale dall’alto comoda per studiare al meglio la strategia, Loot River ci mette nei panni di un guerriero in un mondo dannato, pieno di demoni e giganti con armi e spade affilatissime. Il nostro obiettivo è anzitutto prendere dimestichezza con le meccaniche di gioco, evitando di puntare sempre allo scontro corpo a corpo fino all’ultimo sangue. Combattendo spesso in piccoli rettangoli, accerchiati, è facile perdere vita preziosa con più fianchi esposti. Molto meglio pungere il debole e far fuori le orde mano a mano, giocando di astuzia.
Lo stick destro è fondamentale. Grazie a questo possiamo infatti spostare la piattaforma sulla quale ci troviamo. All’inizio serve per procedere nella mappa (non possiamo certo parlare di un puzzle game), ma ben presto ci si rende conto dell’enorme regalo fattoci dagli sviluppatori. Modellare il terreno di gioco significa che se abbiamo poco distanti da noi dieci nemici, possiamo fare in modo di affrontarne pochi alla volta: basterà far toccare fra loro i blocchi, far salire a bordo qualcuno e subito prendere le distanze, lasciando gli altri a bocca asciutta, in attesa del prossimo traghetto.
Leggi anche: Xuan-Yuan Sword VII su PS4. Dalla Cina… con un soulslike
La tecnica è azzeccata e soprattutto ben bilanciata con le non poche difficoltà del titolo. Poterci modellare il terreno di gioco a nostro piacimento non rende Loot River prevedibile o noioso. L’anima soulslike è viva e vegeta: i nemici sanno essere spietati, con pattern d’attacco e armi di vario tipo. Fondamentale diventa dunque schivare e parare, oltre allo scegliere la saggia ritirata. A livello di combat system siamo rimasti stupiti da quanto, nonostante la grafica in pixel art vecchio stile, il titolo restituisca la pesantezza dei colpi. Convincente anche la differenza nell’utilizzo delle armi: quelle lunghe richiedono più tempo per caricare il fendente (ma fanno un male…), mentre quelle corte sono ideali per ferire in un lampo e fuggire.
Leggi anche: Recensione di Returnal, ciò che non uccide ora, lo farà tra poco
Ovviamente possiamo potenziare il nostro eroe, raccogliere monete e risorse preziose frantumando ogni tipo di oggetto si trovi sulle piattaforme. Gli scenari di gioco sono originali. Fa piacere avere la disponibilità della lingua italiana, anche se la lore di Loot River non vi terrà impegnate con letture approfondite: ci sono alcune sintetiche informazioni lungo il cammino. Completa il cerchio una colonna sonora da tempi dannati, come quelli che vivrete in questo indie.