Il governatore della Florida, Ron DeSantis, ha firmato quella che negli Stati Uniti è stata definita una delle leggi più restrittive per l’accesso ai social da parte dei minori. Non è la prima volta che l’ex candidato alle Primarie repubblicane spende il proprio capitale politico per questioni che hanno a che fare con la sicurezza online e offline di bambini e adolescenti. AP specifica che la legge si scontrerà con numerose battaglie legali e intanto sta generando un dibattito per i suoi contenuti.
Minori sui social: a che età è permesso?
La legge sull’accesso ai social firmata in Florida proibisce ai minori di 14 anni di avere un account sulle piattaforme; per chi ha tra i 14 e i 15 anni, stando alla norma, occorre invece il permesso dei genitori; in origine la proposta era quella di porre il divieto a tutti gli under 16, ma DeSantis ha posto il veto.
Secondo questa novità normativa le società come Meta che non cancellano gli account di minorenni non autorizzati rischiano di dover riconoscere a questi ultimi fino a 10mila dollari di multa. Come riporta The Verge, diverse organizzazioni che fanno gli interessi delle società tecnologiche si sono opposte, dichiarando che con la nuova legge in Florida, di fatto, sarà introdotta la verifica dell’identità per accedere a siti e piattaforme, a prescindere dalla propria età.
Oltre alla novità sui minorenni e l’accesso a Instagram&Co, la legge firmata da DeSantis prevede infatti l’obbligo di verifica dell’età anche da parte dei siti pornografici (misura adottata in altri Stati USA). Tra i più noti critici della cultura woke (il termine con cui Oltreoceano bollano una certa ala progressista), il governatore della Florida aveva firmato nel 2022 il Parental Rights in Education Act, ribattezzata dalle opposizioni come la legge “Don’t Say Gay”: tra le varie misure contenute c’era il divieto di affrontare tematiche legate all’orientamento sessuale nelle scuole. Poche settimane fa un giudice di una corte d’appello federale ha dichiarato quest’ultima incostituzionale.
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Un articolo che parla di salute mentale tra gli adolescenti
Parlando infine di piattaforme e del loro diffuso utilizzo tra gli adolescenti è interessante citare un recente articolo pubblicato su The Atlantic, in cui vengono presentati numeri preoccupanti: tra i giovani il tasso di depressione e ansia negli Stati Uniti è aumentato di oltre il 50% tra il 2010 e il 2019. Il tasso di suicidio è aumentato del 48% per gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni, mentre per le bambine e adolescenti tra i 10 e i 14 anni è aumentato del 131%. Nell’influenzare il benessere o il malessere psicologico dei minori (e non solo) le piattaforme giocano da oltre dieci anni un ruolo centrale.