E pensare che fino a poche settimane fa il patron di X, Elon Musk, si era detto disponibile ad accoglierla per un confronto live su X come fatto con Donald Trump. Il Ceo di Tesla ha cambiato decisamente registro, divenendo uno dei più accesi sostenitori del candidato repubblicano, arrivando perfino a utilizzare l’AI per attaccare la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. Nelle scorse ore il miliardario ha pubblicato su X un’immagine generata dall’AI di Grok in cui la candidata democratica viene ritratta come una dittatrice comunista con tanto di cappello con stemma della falce e del martello.
Con l’AI di Grok non c’è limite per generare immagini?
L’intelligenza artificiale di Grok, disponibile per abbonati a X, è in grado di generare immagini di qualsiasi tipo. A differenza di altri software come Dall-E di OpenAI, con il programma di Musk l’utente può chiedere che gli venga restituita l’immagine con, ad esempio, un personaggio famoso in qualsiasi circostanza. Ciò pone questioni non soltanto di opportunità e di rischi dovuti alla diffusione di fake news.
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C’è anche il tema del copyright: l’ex Twitter sembra aver adottato la strategia dell’elefante in una cristalleria, disinteressandosi delle probabili cause legale per violazione del diritto d’autore. Fino a quanto potrà funzionare?
Kamala Harris, la risposta a Musk dopo l’immagine fake
Kamala Harris ha risposto all’immagine fake pubblicata da Musk con un post su X e un’immagine in bianco e nero di Donald Trump e la scritta “Donald Trump promette di essere un dittatore fin dal primo giorno”. Nel copy del post la frase: «Non glielo consentiremo».
A due mesi dalle elezioni di novembre negli Stati Uniti il Ceo di Tesla è sempre più esposto a favore di Donald Trump. Ha definito la sua vittoria alle urne come «essenziale per la difesa della libertà di parola».