Siamo a quota 4,06 miliardi di euro. Questo è il valore della creator economy in Italia nel 2024, come riportato nel rapporto I-Com 2024 per AICDC. Quindi la creator economy continua a crescere, trasformando la vita di moltissime persone e cambiando il modo di comunicare all’interno delle piattaforme. A livello globale, si stima che oltre 300 milioni di persone facciano parte di questo ecosistema in continua evoluzione (fonte: Adobe Future of Creativity). In Italia il settore ha raggiunto un valore di 4,06 miliardi di euro nel 2024 con 82 creator ogni 100.000 abitanti, posizionandosi terzo in Europa dopo Spagna e Regno Unito.
Come cambierà la creator economy nel 2025?
Guardando al 2025 appena iniziato, emergono tendenze chiave che andranno a modificare ulteriormente questo mercato, come la cresscita degli UGC-micro creator, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella creazione di contenuti e l’espansione del social commerce. Questi sviluppi offrono grandissime opportunità, ma richiedono anche grande capacità di innovare e adattabilità da parte dei professionisti del settore. Lavorando ogni giorno con centinaia di creator, in questo post proverò a raccontarvi quelle 5 tendenze che penso si imporranno nel mercato.
Sempre più longform con i podcast
Negli ultimi anni creator nati su piattaforme di video verticali come TikTok e Instagram Reels hanno iniziato ad ampliare la loro produzione, iniziando a realizzare contenuti longform, con un particolare focus sui podcast. Un formato che consente di raccontare storie, approfondire argomenti e creare una connessione più intima con il pubblico. Un esempio è Martina Socrate, creator che ha costruito il suo successo su TikTok con i suoi sketch comici e il suo storytelling unico. Martina ha recentemente lanciato il suo podcast “GEN ZEX”, uno spazio dove “confrontarsi, conoscersi e RIDERE, perché il sesso è soprattutto divertente”. Un altro caso interessante è quello di Alessia Lanza, che con il suo podcast “Mille Pare” affronta le sue “paranoie”, parlando di crescita personale e la vita da creator, offrendo un punto di vista autentico e mai scontato, portando il confronto con diversi personaggi di spicco.
Anche a livello internazionale la transizione verso il podcasting sta coinvolgendo grandi nomi. Emma Chamberlain, già nota per i suoi vlog su YouTube e i video su TikTok, ha consolidato il suo ruolo da storyteller con il podcast “Anything Goes”, dove parla di tutto, dalle sue esperienze personali ai temi più universali, con uno stile intimo che ha conquistato milioni di ascoltatori. Il successo di questi podcast dimostra che i creator stanno trovando nel longform un nuovo modo per rafforzare la connessione con il pubblico, mostrando lati più autentici e meno filtrati rispetto ai contenuti brevi. Questa evoluzione sta ridefinendo il modo in cui i creator interagiscono con i follower, evidenziando che anche nel 2025 ci sarà spazio per i contenuti che richiedono tempo e attenzione, dove è possibile creare una relazione molto più forte.
Gli UGC Creator
Una figura in rapida ascesa nella creator economy è quella degli UGC Creator, che però sono da intendere in modo diverso da come li vedevamo in passato. Infatti una volta con il termine UGC si intendevano i contenuti generati direttamente dagli utenti, quindi di spontanea volontà. Oggi invece sono professionisti specializzati nella creazione di contenuti autentici destinati alle campagne di marketing dei brand. Quindi realizzano contenuti che vengono utilizzati direttamente dalle aziende nei propri canali, senza necessariamente pubblicarli sui propri profili social dei creator, spesso utilizzando l’advertising per raggiungere il pubblico target. Ad esempio all’interno della community di Vidoser App ci sono più di 10.000 creator attivabili come Carlotta Spinelli, Paola Gatti, Isabella Massari e Greta Trizzino, i quali riescono a lavorare con moltissimi brand, realizzando contenuti per loro, senza avere centinaia di migliaia di follower. Utilizzano le loro competenze nel creare contenuti di qualità e genuini per dare ai brand esattamente ciò di cui hanno bisogno nel 2025 per rapportarsi con gli utenti. Questa tendenza riflette la crescente domanda da parte dei consumatori di contenuti autentici e relazionabili, che percepiscono come più affidabili rispetto alle tradizionali pubblicità. Di conseguenza i brand stanno investendo sempre più in UGC Creators per costruire una presenza online più autentica e connessa con il proprio pubblico. Guardando al 2025 è prevedibile che il ruolo degli UGC Creators continuerà a espandersi, offrendo nuove opportunità sia per i creator emergenti che per le aziende in cerca di modi innovativi per interagire con i propri clienti.
Social Commerce e TikTok Shop
Nel 2025 il social commerce si confermerà uno dei trend più significativi per la creator economy, con piattaforme come TikTok che guidano l’innovazione grazie a strumenti come il TikTok Shop. Negli Stati Uniti questa funzionalità ha già dimostrato un impatto enorme, trasformando il modo in cui i creator monetizzano e come i consumatori scoprono nuovi prodotti. In Italia è previsto l’arrivo per l’H1 del 2025, quindi se arriverà, potrebbe essere una componente da non sottovalutare assolutamente. Un esempio è quello di Mikayla Nogueira, famosa beauty influencer su TikTok che ha utilizzato TikTok Shop per promuovere prodotti di bellezza direttamente nei suoi video. Grazie alla possibilità di integrare link d’acquisto cliccabili nei suoi contenuti, Mikayla ha generato vendite record per diversi brand, tra cui prodotti di make-up che sono andati sold out in poche ore. Questo dimostra come i creator possano diventare veri e propri catalizzatori di vendite, utilizzando i loro video per guidare acquisti immediati senza mai far uscire gli utenti dall’app. Un altro caso interessante è quello di Charli D’Amelio, che ha lanciato una linea di prodotti disponibile anche su TikTok Shop, con il brand D’Amelio Footwear. Charli ha sfruttato il suo enorme seguito per creare contenuti coinvolgenti che mostrano l’utilizzo dei suoi prodotti, spingendo le vendite direttamente dalla piattaforma. Il successo della sua strategia dimostra il potenziale del social commerce per creare esperienze di shopping uniche e integrate. TikTok Shop ha anche trasformato le live in veri e propri eventi di vendita, con creator come Addison Rae che ospitano sessioni live per promuovere prodotti in tempo reale. Un po’ come le televendite di una volta, ma direttamente su TikTok. Questa tendenza non si limita a TikTok: piattaforme come Instagram e Pinterest stanno investendo nel social commerce, ma TikTok Shop si distingue per l’approccio innovativo, dove i contenuti stessi diventano il motore principale delle vendite e soprattutto è possibile acquistare direttamente dall’applicazione, senza uscire. Anche se TikTok Shop non è ancora disponibile in Italia, il suo successo negli Stati Uniti rappresenta un ottimo spunto. Tra l’altro negli ultimi mesi dell’anno è stato lanciato anche in Spagna e Irlanda, quindi il momento per vederlo anche da noi si fa sempre più vicino.
La fine dei contenuti “finti”
Il mondo dei creator vedrà una divisione sempre più netta fra le sue varie tipologie. I creator, che in passato venivano chiamati influencer, noti per contenuti legati principalmente alla propria vita, si muoveranno verso uno stile più spontaneo e trasparente. Questo cambiamento riflette l’esigenza di mantenere un rapporto autentico con il pubblico, che oggi apprezza meno la perfezione e più la genuinità. Non sarà quindi un problema se la qualità dei video o la produzione dei contenuti risulteranno “amatoriali”, purché rimangano autentici e vicini alla vita reale. Un esempio tutto italiano è quello di Marta Daddato, che con i suoi contenuti super spontanei riesce ad ottenere milioni di visualizzazioni in ogni suo video, raccontando ciò che fa in modo ironico, divertente e senza prendersi troppo sul serio, come possiamo vedere in questo racconto del suo compleanno. Un modo di comunicare decisamente diverso rispetto agli “influencer” con una vita perfetta, che eravamo abituati a vedere su Instagram. D’altra parte i creator nel mondo dell’intrattenimento e della divulgazione investiranno sempre di più nella qualità tecnica dei contenuti. È il caso di progetti come Geopop, che si distingue per i suoi video divulgativi curati nei minimi dettagli, con una produzione professionale e un linguaggio accessibile. Questo approccio è indispensabile per mantenere autorevolezza e coinvolgere un pubblico sempre più esigente. Se, invece, vediamo all’intrattenimento un ottimo esempio è quello Ale della Giusta, dove nei suoi contenuti riesce a raccontare storie con uno storytelling e una qualità paragonabile quasi ai media tradizionali.
Infine gli influencer “famosi per essere famosi”, che in passato basavano la loro notorietà solo sulla visibilità senza un contenuto reale, rischiano di sparire se non si adatteranno alle nuove dinamiche delle piattaforme. Oggi non basta più avere un volto noto: è necessario saper raccontare storie, intrattenere o fornire valore aggiunto. Questa categoria di creator è destinata a diminuire, a meno che non riescano a reinventarsi con contenuti rilevanti e in linea con le aspettative del pubblico attuale. Questa evoluzione riflette un cambiamento fondamentale nella creator economy: la ricerca di una connessione autentica da un lato, e la domanda di contenuti sempre più curati e professionali dall’altro. I creator che sapranno trovare un equilibrio tra questi elementi saranno i protagonisti del futuro.
L’AI nella creator economy
L’intelligenza artificiale sta trasformando profondamente il mondo della creator economy, offrendo moltissimi tool che semplificano la produzione di contenuti, creando nuove opportunità. Nel 2025, l’utilizzo dell’AI non sarà più una novità, ma una prassi consolidata sia per l’editing rapido che per la generazione di contenuti da zero. Un esempio significativo è l’uso di strumenti come CapCut, l’app preferita da molti creator per realizzare contenuti video brevi. Con funzionalità AI come la generazione automatica di sottotitoli sincronizzati e i tagli rapidi, consente ai creator di risparmiare tempo prezioso, migliorando al contempo la qualità dei loro video. Se una volta inserire i sottotitoli era una vera e propria tortura, ora è diventa la regola nella maggior parte dei contenuti, grazie alla sua recente semplicità.
Sul fronte della modifica avanzata, strumenti come Runway e Descript stanno facendo la differenza. Runway, ad esempio, consente di rimuovere o sostituire interi sfondi nei video con pochi clic, mentre Descript offre la possibilità di modificare l’audio e i video tramite testo, semplificando enormemente i flussi di lavoro.
Oltre all’editing, l’AI sta aprendo nuove frontiere nella creazione di contenuti originali da zero. Strumenti come Synthesia permettono di creare video professionali con avatar generati da AI, ideali per video informativi o tutorial. L’AI rappresenta una rivoluzione inclusiva, permettendo a creator emergenti di competere con produzioni di alto livello e offrendo nuovi modi di raccontare storie e coinvolgere il pubblico. Guardando al 2025, è chiaro che l’intelligenza artificiale continuerà a plasmare il futuro della creator economy, rendendo la creatività sempre più accessibile e senza limiti. Dall’altra parte dobbiamo stare attenti a non far diventare tutto uguale. Quindi cerchiamo di usare la nostra creatività associata all’AI, per ottenere contenuti originali “potenziati” dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale.