Barbero ha litigato con dei turchi per un video divulgativo pubblicato sulla battaglia di Lepanto (1571). Non è una barzelletta ma, se proprio dobbiamo essere sinceri, non è neppure del vero Alessandro Barbero che stiamo parlando. Lo storico senza profili social – anche se è periodicamente protagonista di meme e invade le classifiche dei podcast con le sue conferenze – non può certo preoccuparsi di qualche hater che storia moderna capisce ben poco.
A quelli ci pensa Renato Minutolo, classe 1981 di Torino, un attore e comico che ha imitato un sacco di personaggi, da Massimo Recalcati fino a Diego Fusaro. Eppure rimane affezionato a un altro piemontese come lui, che ha interpretato per raccontare storie, pure quella di Lepanto . «Io lo adoro, anche se mi piacciono altri personaggi. Il problema è che nessun altro ha la sua potenza di fuoco: se c’è il capocannoniere (parla sempre di Barbero, ndr) mica lo lasci in panchina».
La viralità grazie a una partita a scacchi
Renato Minutolo ha sempre voluto fare l’attore e, soprattutto, far ridere le persone. Fin da quando ha memoria ricorda questa passione. «Alla fine delle scuole medie ho fatto un corso estivo di teatro, dove un insegnante mi ha suggerito l’importanza di avere una base umanistica». Da lì l’iscrizione al liceo classico durante il quale ha continuato con il teatro, avviando con un compagno un duo di cabaret.
Siamo in anni pre-internet e pre social media, con la comicità che gira per lo più in tv, a orari prestabiliti. All’università ha studiato multimedia, arte e spettacolo «ma era una roba secondaria, ero con la testa e il cuore al palco. Volevo dar un pezzo di carta ai miei genitori e forse pure a me stesso».
La svolta (doppia) nella carriera e nel percorso di Renato Minutolo è avvenuta con lo sviluppo della stand up comedy e l’emergere dei social. «Da lì è partita una serie di combinazioni fortunate: sono stato preso da Comedy Central, ho cominciato con gli spettacoli e poi sul web sono nati i miei personaggi». Come Barbero, ma pazientate: a lui ci arriviamo tra qualche paragrafo.
Bravo, Barbero, bravo!
Potreste pensare che il video più virale di Minutolo riguardi lo storico più amato del web. «La popolarità è arrivata invece grazie alla “Guida coniugale per vincere le tue litigate”. Me la continuano a chiedere». Nel filmato il rapporto a due si presenta sotto forma di una partita a scacchi, disciplina per la quale il comico nutre una passione profonda. Al punto che mentre discutevamo di AI e creatività ha puntualizzato. «L’intelligenza artificiale ha già battuto l’uomo a scacchi. Ma online io guardo i campioni giocare, mica l’AI».
Il calore umano resta ancora fondamentale per chi sta su un palco e recita. «Da un punto di vista comico mi sembra difficile che l’intelligenza artificiale possa sostituire un attore. Parlo di battute, di linee ironiche, del non detto: l’AI ci prova, ma al di là di certe cosa non può andare». Battaglia persa in partenza. E che dire degli algoritmi di AI che saccheggiano i lavori online? «Ogni volta che pubblichi un video sai già che ci sarà chi te lo saccheggia e sono gli umani, non l’AI. Mi è capitato più volte di trovare mie battute in video di altri. Credo nell’unicità delle persone».
E a proposito di persone uniche nel loro genere – non è piaggeria, nient’affatto… – veniamo ora ad Alessandro Barbero, il personaggio che – voi non ci crederete – qualcuno ha perfino scoperto grazie ai video di Renato Minutolo. «Ma lui mi ha ripagato molto di più in visibilità, sia chiaro eh. Il mio Barbero nasce sette anni fa, perché volevo scrivere di storia e sono inciampato come tanti in uno dei suoi video. I suoi movimenti, il modo di parlare, quel gusto sadico nascosto. Era strepitoso da mettere a livello comico».
Ha per caso mai incontrato il suo eroe? «Sì, e mi conosceva pure, mi ha detto di continuare. Quella volta in cui dei turchi se la sono presa con me per il video sulla battaglia di Lepanto non pensavano mica fossi un comico».
Un comico dedito alla ricerca
Ma sbagliereste nel credere che siano solo due battute ben scritte. Perfino dietro al lavoro del comico-storico c’è una marea di ricerca. Anzitutto quello da content creator non è il suo mestiere principale dato che Minutolo lavora da molti anni a Paramount come brand editor, immerso fino al collo nei social. «La ricerca è totale, ci metto molto a fare i video. Al di là delle battute, voglio che sia corretto quel che dico. Nel mio libro Con la violenza si risolve tutto ho richiesto il fact ckeching di esperti». Va bene far ridere, ma almeno con le note a piè pagina corrette e le fonti consultate per bene.
Se è vero che la storia si è fatta strada sui social e online, con contenuti piacevoli, divulgativi e pure divertenti, l’Italia è un Paese che ancora conosce poco il passato. Dai banchi di scuola fino alle stanze dei ministeri. La comicità trae origini costante da figuracce, strafalcioni e notizie di cronaca che affollano il feed. A quelle fonti, però, Renato Minutolo non presta attenzione. «Non prendo l’attualità come punto di riferimento, preferisco leggere un libro e appassionarmi a qualcosa e poi trasformarla in comicità. L’attualità, bene o male, è passeggera. Non mi piace troppo vivere su queste cose. Secondo me impoverisce il pensiero, perché sei sempre a caccia della cazzata».