Con l’arrivo di novembre si prevede un generale abbassamento delle temperature. Gli impianti domestici inquinano 6 volte più dei trasporti: renderli efficienti aiuta l’ambiente e il portafogli
Finora siamo stati fortunati. Perché se è vero che con il 15 ottobre, almeno in alcune parti d’Italia (le cosiddette regioni di fascia E) è possibile iniziare ad accendere il riscaldamento, il clima mite di quest’ultimo periodo ha fatto slittare di qualche settimana la fatidica data di accensione delle caldaie. Ma con novembre non si scherza più: si prevedono infatti cali di temperatura che riporteranno il termometro a valori più in linea con le medie di stagione e, dunque, in molti posti si avvertirà la necessità di avviare i caloriferi.
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A partire da domani, primo novembre, sarà possibile accendere a: Genova, La Spezia, Savona, Forlì, Ancona, Ascoli Piceno, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Pesaro, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Siena, Terni, Viterbo, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Foggia, Isernia, Matera, Nuoro, Pescara, Teramo e Vibo Valentia. Ma il riscaldamento domestico è tra le principali fonti di inquinamento urbano. Per questo risulta particolarmente gradita la guida preparata da Enea che permette di salvare l’ambiente e anche i risparmi.
Il riscaldamento domestico? Inquina più delle auto
Secondo i dati di un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec, gli impianti per il riscaldamento delle abitazioni hanno un’incidenza sul totale delle emissioni di anidrite carbonica (CO2) per quanto riguarda l’aria che si respira in ambito urbano che è fino a 6 volte superiore rispetto all’apporto del traffico veicolare.
Il decalogo di Enea
Per questo, e anche per fare fronte ai continui rincari delle bollette, risulta particolarmente gradito il decalogo pubblicato da Enea e che riportiamo:
Regola N. 1 – Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un impianto ben regolato consuma e inquina meno.
Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (DPR 74/2013).
Regola N. 2 – Controllare la temperatura degli ambienti. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la
normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.
Regola N. 3 – Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Ad esempio, per i comuni in fascia “E”, Nord Italia e Appennino, gli impianti possono essere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile, fino a un massimo di 14 ore al giorno, per i comuni in fascia B, nel sud Italia e nelle isole, gli impianti possono essere accesi dal 1° dicembre al 31 marzo, per un massimo di 8 ore giornaliere.
Regola N. 4 – Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È una soluzione semplice, ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore.
Regola N. 5 – Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
Regola N. 6 – Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Collocare tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria, ostacola la diffusione del calore verso l’ambiente ed è fonte di sprechi. Attenzione, inoltre, a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti e si evitano inutili dispersioni di calore.
Regola N. 7 – Fare un check-up alla propria casa. Chiedere a un tecnico di fare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo da fare per valutare lo stato dell’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare valutandone il rapporto costi benefici. Oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento anche fino al 40%, gli interventi diventano ulteriormente convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, l’Ecobonus, che consente di detrarre dalle imposte IRPEF o IRES dal 50 all’85% delle spese sostenute a seconda della complessità dell’intervento.
Regola N. 8 – Impianti di riscaldamento innovativi. Per legge, dal 2015, tranne poche eccezioni, si possono installare solo caldaie a condensazione. E’ opportuno valutare la possibilità di sostituire il vecchio generatore di calore con uno a condensazione o con una pompa di calore ad alta efficienza o con un generatore a biomassa oppure con un sistema ibrido, composto da una caldaia a condensazione e da una pompa di calore e, ove possibile, integrare questi impianti con collettori solari termici e/o impianti fotovoltaici Anche questi interventi si possono realizzare usufruendo dell’Ecobonus e, limitatamente agli impianti fotovoltaici, delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.
Regola N. 9 – Soluzioni tecnologiche innovative. Anche la domotica aiuta a risparmiare. Cronotermostati e rilevatori di presenza elettronici consentono di regolare anche a distanza la temperatura degli ambienti e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, in modo da mantenerli in funzione solo al bisogno. Anche questo intervento può fruire dell’Ecobonus.
Regola N. 10 – Applicare valvole termostatiche. Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di non superare la temperatura impostata per il riscaldamento degli ambienti. Obbligatorie per legge nei condomini, le valvole termostatiche permettono di ridurre i consumi fino al 20%. La loro installazione è opportuna quando si installa una caldaia a condensazione e diventa obbligatoria se si usufruisce dell’Ecobonus.
Il calendario del riscaldamento domestico
Come si vede, nel punto 3 del decalogo Enea menziona il calendario per zona climatica del riscaldamento domestico. Si fa riferimento alla normativa di settore, ovvero la legge numero 10 del 9 gennaio 1991 e il Dpr numero 412 del 26 agosto 1993.
- Zona A – Dal 1 dicembre al 15 marzo, per 6 ore al giorno
Sud e isole: Comuni di Lampedusa e Linosa (AG); Porto Empedocle (AG)
- Zona B – Dal 1 dicembre al 31 marzo, per 8 ore al giorno
Sud e isole: Agrigento; Catania; Crotone; Messina; Palermo; Reggio Calabria; Siracusa; Trapani.
- Zona C – Dal 15 novembre al 31 marzo, per 10 ore al giorno
Nord-Ovest: Imperia.
Centro: Latina.
Sud e isole: Bari; Benevento; Brindisi; Cagliari; Caserta; Catanzaro; Cosenza; Lecce; Napoli; Oristano; Ragusa; Salerno; Sassari; Taranto.
- Zona D – Dal 1 novembre al 15 aprile, per 12 ore al giorno
Nord-Ovest: Genova; La Spezia; Savona.
Nord-Est: Forlì.
Centro: Ancona; Ascoli Piceno; Firenze; Grosseto; Livorno; Lucca; Macerata; Massa C.; Pesaro; Pisa; Pistoia; Prato; Roma; Siena; Terni; Viterbo.
Sud e isole: Avellino; Caltanissetta; Chieti; Foggia; Isernia; Matera; Nuoro; Pescara; Teramo; Vibo Valentia.
- Zona E – Dal 15 ottobre al 15 aprile, per 14 ore al giorno
Nord-Ovest: Alessandria; Aosta; Asti; Bergamo; Biella; Brescia; Como; Cremona; Lecco; Lodi; Milano; Novara; Padova; Pavia; Sondrio; Torino; Varese; Verbania; Vercelli.
Nord-Est: Bologna; Bolzano; Ferrara; Gorizia; Modena; Parma; Piacenza; Pordenone; Ravenna; Reggio Emilia; Rimini; Rovigo; Treviso; Trieste; Udine; Venezia; Verona; Vicenza.
Centro: Arezzo; Perugia; Frosinone; Rieti.
Sud: Campobasso; Enna; L’Aquila; Potenza.
- Zona F – Nessuna limitazione
Nord-Ovest: Cuneo.
Nord-Est: Belluno; Trento