L’allarme del WWF: l’assenza di aree protette aumenta i rischi di cementificazione e diminuisce la tutela da frane e smottamenti che hanno già creato seri danni alle popolazioni locali
Non le bastava essere tra le regioni del nord Italia con meno verde in proporzione al numero di abitanti, non le bastava nemmeno essere una regione tristemente nota per la fragilità storica del suo territorio. La Liguria procede spedita con una legge che non mancherà di fare discutere perché, oltre a tagliare circa 5,4 chilometri quadrati dai Parchi dell’Antola, dell’Aveto e delle Alpi Liguri manda anche definitivamente in soffitta la creazione dell’area protetta del Finalese. Ma andiamo con ordine.
Ph: Andrea Brunelli
Cosa ha approvato il Consiglio regionale della Liguria
Il disegno di legge 210, passato con 17 voti a favore (maggioranza di centro destra), 10 contrari (Pd, Mov5Stelle, Rete a Sinistra&liberaMENTE Liguria) e 1 astenuto (Liguri con Paita) modifica la legge regionale n.12 del 1995 (Riordino delle aree protette) e la legge regionale n.28 del 2009 (Disposizioni in materia di tutela e valorizzazione delle biodiversità). In tal senso, come si anticipava, si archivia la creazione del Parco del Finalese, istituito del 1995 ma rimasto su carta per assenza di fondi. La nuova legge pone fine alla condizione transitoria che legava il parco mai nato a cinque aree protette regionali nella Provincia di Savona.
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I parchi di Bric Tana, Piana Crixia e le riserve di Bergeggi, Isola Gallinara e Rio Torsero sarebbero dovuti essere gestiti unitariamente al parco del Finalese una volta istituito, mentre fino a quella data la loro gestione era affidata alle rispettive amministrazioni comunali. «L’ipotesi del nuovo parco del Finalese non viene di per sé meno», specificano dalla maggioranza di centrodestra, «ma viene piuttosto ricondotta, se si volesse attuarla, nell’ambito di un normale procedimento istitutivo».
Ph: Andrea Brunelli
Il taglio di 540 ettari
Inoltre, la nuova legge, ridefinisce i confini di quattro parchi regionali – Alpi Liguri, Antola, Aveto e Beigua – con la soppressione delle aree di interesse provinciale del Savonese, «in quanto », è stato motivato dal Consiglio della Regione Liguria, «si sono dimostrate mere previsioni del Piano territoriale di coordinamento provinciale e non rispettano alcuno standard minimo operativo per godere di questa qualificazione». Di fatto un taglio di 540 ettari di aree protette da parte della giunta guidata da Giovanni Toti, denunciano le opposizioni.
Infine, il provvedimento effettua una revisione profonda delle norme di tutela generali applicabili a tutte le aree naturali protette e del relativo sistema sanzionatorio, con un inasprimento degli importi previsti a carico dei trasgressori.
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Niente tavolo tecnico con Federparchi
Bocciata inoltre la proposta che impegnava la giunta a istituire un tavolo tecnico consultivo aperto alle associazioni e Federparchi per esplorare possibili soluzioni per integrare e migliorare il testo del disegno di legge 210.
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Inoltre, il tavolo di lavoro avrebbe impegnato la giunta a individuare come argomenti prioritari da affrontare al tavolo il mantenimento e/o ampliamento della superficie delle attuali aree protette liguri, il mantenimento di una previsione dell’istituzione del Parco regionale del Finalese, la definizione dei confini dei parchi regionali attraverso un percorso di condivisione sociale e, infine, l’implementazione della vigilanza nelle aree protette.
Pd e 5 Stelle all’attacco: “Norma sfascia parchi”
Contro il provvedimento sostenuto da Lega e Forza Italia si sono scagliati duramente gli esponenti del Partito Democratico e di Movimento 5 Stelle. «Le aree protette regionali stanno subendo un attacco senza precedenti. Secondo il mio gruppo questo disegno di legge è uno “sfascia parchi” perché nel terzo millennio vedere i parchi come qualcosa di soffocante sul territorio è contro ogni razionalità perché il parco non soffoca ma, semmai, fa crescere i territori ed è un’occasione di rilancio», ha dichiarato il pentastellato Marco De Ferrari. Gli ha fatto eco il dem Giovanni Lunardon: «Questa giunta taglia le aree protette mentre le Regioni vicine le aumentano».
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Lega: “Più presenza umana sul territorio”
Giovanni De Paoli (Lega Nord Liguria-Salvini) ha difeso il ddl con queste parole: «Per volere il bene del territorio occorre incentivare la presenza dell’uomo favorendo le sue attività, fra cui l’agricoltura. La mancanza del fattore umano non salverà il territori, per questo occorre consentire nei parchi quelle coltivazioni agricole tramandate da generazioni». Secondo De Paoli questa legge «semplifica la vita dei parchi anche da un punto di vista amministrativo e le comunità che ne fanno parte avranno più voce in capitolo».
L’appello del WWF: “I parchi a tutela del dissesto idrogeologico”
«La complessità del provvedimento e l’importanza dell’argomento trattato che ha conseguenze immediate sulla natura protetta e sul capitale naturale di una regione fragile come la Liguria», chiedono dal WWF, «merita un maggior approfondimento e un maggior coinvolgimento di tutti i soggetti che quotidianamente operano per difendere la natura».
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«I parchi», continua la nota, «sono un fondamentale presidio del territorio ancor più in una regione come la Liguria che è drammaticamente colpita da problemi di dissesto idrogeologico. È noto, infatti, che l’assenza di gestori di parchi e aree protette aumenta i rischi di cementificazione e quindi di consumo del suolo e diminuisce la tutela dei sistemi naturali che sono essenziali nella prevenzione delle frane e smottamenti che, già in passato, hanno creato seri danni alle popolazioni locali».