Basta allontanarsi da casa di poche centinaia di chilometri per arrivare in località capaci di competere con le mete tropicali più rinomate. Una piccola guida al turismo low-cost e, soprattutto, eco-sostenibile
Su Impact parliamo spesso del nostro mare e lo facciamo quando purtroppo bisogna riportare le denunce di Legambiente e Golletta Verde sull’inquinamento costiero. Non sarebbe onesto, però, censurare l’altra parte della storia, ovvero il fatto che i nostri fondali, nonostante l’incuria, il cemento, la plastica e le lattine, scoppino letteralmente di vita e non abbiano nulla da invidiare alle mete tropicali più rinomate, soprattutto per gli appassionati di snorkeling e di esplorazioni subacquee. Dato che siamo ormai in agosto e molti di voi saranno in procinto di partire, vi consigliamo due mete che non mancheranno di regalare soddisfazioni: la Liguria e la Sicilia.
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Il santuario dei cetacei in Liguria
L’intero mar ligure, fino alle coste settentrionali della Sardegna, è l’habitat naturale di diversi mammiferi marini. Per questo, la zona è stata soprannominata “santuario dei cetacei”, o santuario Pelagos e rappresenta una delle mete naturalistiche più preziose del Mediterraneo. Di tutta la Liguria, balene e delfini, in particolare, sembrano prediligere le coste dell’estremo Ponente ligure, perciò il primo consiglio che possiamo darvi è fare rotta verso l’Imperiese, nello spazio marino antistante la Riviera dei Fiori, con la possibilità di organizzare il vostro whale watching anche via Internet.
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Solo nel 2018, a pochi chilometri da Taggia o da Sanremo (ma l’intero Mar Ligure è popolato da mammiferi marini), sono stati avvistati: capodogli, balenottere comuni, zifii, grampi, stenelle striate, tursiopi, tartarughe caretta caretta, pesci luna, tonni e pesci spada. In totale, nel Santuario Pelagos che si estende per 87.500 chilometri quadrati nel Tirreno settentrionale, si stima che vivano o transitino non meno di 1000 balene e 40mila esemplari tra delfini, capodogli e altri mammiferi marini.
Avvistamenti cetacei nel Santuario ligure e più genericamente lungo le coste italiane
Per godersi lo spettacolo non c’è nemmeno l’esigenza di bagnarsi e immergersi: è sufficiente imbarcarsi dai porti di Imperia, Sanremo, Andora, Laigueglia, o, andando ancora più verso la Francia, Bordighera, con le barche di Whale Watch Imperia. Anche l’istituto di ricerca Tethys – che da anni monitora lo stato di salute del mare davanti alla Liguria e del Santuario dei cetacei – invita a bordo della propria flotta i giovani che vogliano collaborare per aiutare l’ecosistema marino, all’insegna di un vero eco-turismo.
La barriera corallina siciliana
Che i mari della Sicilia siano splendidi è risaputo. La recente ricerca condotta dall’istituto Oceana, però, porta a galla il fatto che i fondali delle Eolie ospitino un incredibile bosco sottomarino fatto di specie rare, alcune persino a rischio estinzione e altre ancora sconosciute.
Sulla base di queste scoperte, Oceana sosterrà la designazione di un’area marina protetta nell’arcipelago, con l’obiettivo di preservare il ricco patrimonio naturale delle sue acque.
“Sebbene il mare profondo si trovi appena al largo delle coste delle Isole Eolie, queste acque rimangono in gran parte inesplorate e nascondono una biodiversità molto ricca. Abbiamo trovato decine di elementi che sono protetti a livello internazionale nel Mediterraneo, dagli imponenti fondali coralligeni alle tartarughe caretta e molte specie di coralli e molluschi. Tuttavia, abbiamo potuto constatare gli effetti diffusi dell’attività umana anche nelle aree più lontane e profonde, ed è fondamentale che si impedisca di danneggiare la vita marina se vogliamo preservare l’unicità di questa porzione del Mar Tirreno” ha spiegato Ricardo Aguilar, direttore della ricerca per Oceana in Europa.
Robot subacqueo per documentare paesaggi sconosciuti
Utilizzando il catamarano di ricerca Oceana Ranger, i ricercatori sono riusciti a filmare e scattare fotografie fino a 981 metri di profondità con un robot subacqueo e raccolto campioni dal fondo del mare. I lavori in mare sono stati progettati in modo da studiare ambienti molto diversi tra loro, tra cui montagne, banchi sottomarini e le venute idrotermali formate dall’attività vulcanica.
Nelle acque più superficiali esaminate, gli scienziati hanno trovato aree dominate da alghe rosse, come i fondali coralligeni e a maerl, che alimentavano giardini densi di gorgonie e grandi banchi di pesci come il sugarello. A profondità intermedie sono stati filmati coralli neri con numerose uova di squalo, coralli rossi e coralli molli gialli, entrambi a rischio nel Mediterraneo.
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Le aree più profonde, invece, hanno mostrato incredibili foreste di coralli bambù e habitat caratterizzati da specie carnivore, come alcune ascidie e spugne. Sono stati documentati anche una specie di stella marina (Zoroaster fulgens) mai vista prima nel Mediterraneo e una specie ittica (Gobius kolombatovici) che in precedenza si credeva si trovasse solo nel mar Adriatico settentrionale.
L’uomo sta già mettendo a rischio questo piccolo paradiso
Anche se fino a ieri nessuno poteva immaginare quali bellezze si nascondessero a Nord delle coste siciliane, questo non vuole dire che l’uomo non abbia già messo a rischio questo delicato ecosistema marino. In modo preoccupante, la spedizione ha anche filmato gli ingenti effetti degli umani sulla vita marina.
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Gli scienziati hanno documentato i danni causati dagli attrezzi da pesca persi o intenzionalmente abbandonati, tra cui una tartaruga caretta morta con una lenza agganciata alla bocca, coralli millenari parzialmente uccisi da lenze impigliate e trappole e reti gettate via che continuano a catturare e distruggere animali marini. Sono stati trovati anche molti rifiuti domestici, comprese stoviglie in plastica, bottiglie di vetro, batterie e pneumatici. Motivo in più, sia che scegliate la Liguria o la Sicilia, per praticare un turismo intelligente ed ecosostenibile.