Il progetto finanziato anche dalla Nasa ha consentito di fotografare per la prima volta quello che c’è sotto il ghiacciaio Thwaites, in Antartide
Lo percepiamo come un problema distante da noi e non riusciamo a capirne la pericolosità. Eppure può rappresentare un rischio serio per la sopravvivenza delle nostre città e dell’intero pianeta. È lo scioglimento dei ghiacciai il pericolo lontano di cui parliamo, ma che grazie alla tecnologia può essere osservato più da vicino, anche superando i limiti umani con i quali le temperature dell’Antartide ci fanno scontrare. Ci pensa infatti un robot sub, dotato di telecamera, a sfidare le condizioni proibitive del Polo per restituirci l’immagine inedita di quello che c’è sotto il ghiacciaio Thwaites. Il nuovo strumento a disposizione degli scienziati si chiama Icefin ed è in grado di raccogliere moltissime informazioni chimiche, biologiche e fisiche su ciò che accade sotto i ghiacci.
Sotto il ghiacciaio Thwaites
L’impresa è riuscita grazie all’impegno di un team internazionale che ha affrontato le condizioni atmosferiche avverse, i venti, le temperature al di sotto dei -30 gradi centigradi. Gli scienziati hanno usato dell’acqua calda per agevolare la perforazione di mezzo miglio nel ghiaccio e arrivare all’oceano sottostante. Solo a quel punto è potuta iniziare la missione di Icefin: misurare, immortalare, mappare lo scioglimento del ghiacciaio, immagazzinando dati importantissimi per chi studia gli effetti del cambiamento climatico. Il ghiacciaio Thwaites incide per il 4 per cento sull’aumento del livello del mare globale. E il distaccamento di pezzi di ghiaccio è raddoppiato negli utimi 30 anni, facendo di questa regione dell’Antartide un esempio del rapido cambiamento naturale che stiamo generando.
© Georgia Tech
I rischi dello scioglimento dei ghiacci
La comunità scientifica internazionale è concorde nel definire il riscaldamento globale causato dalle attività umane la causa di molti problemi presenti e futuri dell’umanità. Nello studio approfondito degli effetti che questo fenomeno potrebbe avere c’è addirittura il rischio che lo scioglimento dei ghiacci possa liberare batteri e virus che sono rimasti intrappolati da secoli e che potrebbero originare malattie sconosciute o scomparse da anni.
Dalla Terra allo spazio
Quello dell’Antartide è comunque solo un esempio delle potenzialità esplorativa che Icefin ha. In sostanza, riesce a raggiungere aree difficilmente accessibili all’uomo e per questo potrebbe essere una svolta nell’esplorazione degi oceani, ma anche dello spazio. Il programma che ha portato allo sviluppo di Icefin ha potuto contare anche sui finanziamenti della Nasa. Il primo prototipo è stato realizzato al College of Science del Georgia Institute of Technology. A questo progetto è stato infatti già affiancato un altro dal respiro spaziale. RISE UP è finanziato dalla Nasa e punta a portare Icefin sulla luna di Giove, Europa, al fine di esplorare anche quei luoghi inaccessibili.