Sono Biorfarm, Nutribees e La Saponaria. Ogni anno, in Italia, 6,5 miliardi finiscono nella spazzatura
Oggi, venerdì 5 febbraio, si celebra l’ottava Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare. Secondo il Rapporto Waste Watcher 2020, in Italia lo spreco alimentare medio per singola famiglia è di quasi 5 euro a settimana per un totale di 6,5 miliardi di euro all’anno che tutti noi buttiamo letteralmente nella spazzatura. Fortunatamente continua a farsi strada una nuova coscienza civile rispetto a questa tematica cruciale per l’Agenda 2030 dell’Onu, dove tra gli obiettivi principali c’è anche quello di sconfiggere la fame. Un contributo a queste buone pratiche quotidiane è senz’altro garantito dai social network che permettono di conoscere le storie migliori di chi lotta contro una simile ingiustizia. Come quelle delle startup che vi stiamo per raccontare: tutte sfruttano piattaforme come Facebook e Instagram per trasmettere il proprio messaggio e cambiare il mondo.
Biorfarm
Fondata nel 2015 a Rossano Calabro, Biorfarm nasce dall’idea di Giuseppe Cannavale e del suo compagno di università Osvaldo De Falco, la cui azienda di famiglia attiva nella produzione di clementine bio stava attraversando un momento di crisi. Con Biorfarm gli utenti, privati e aziende, possono adottare alberi e crearsi un frutteto digitale e seguire la coltivazione degli alberi da cui poi riceveranno la frutta fresca bio a casa.
Nutribees
Nutribees è stata fondata nel 2017 da due studenti dell’Università Bocconi di Milano e oggi è composta da un team di soli under 30. Il loro è un servizio di healthy food delivery di ricette gourmet realizzate con materie prime selezionate da piccoli produttori. I piatti pronti sono preparati in atmosfera modificata e si conservano in frigo fino a 15 giorni.
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La Saponaria
La Saponaria è un micro-laboratorio consapevole di cosmetici certificati bio. Esatto, lo spreco alimentare si può combattere anche nel settore beauty. Infatti questa startup realizza saponi solo con ingredienti naturali e materie prime nobili, come l’olio d’oliva, fornite da agricoltori locali e prodotte nel pieno rispetto dell’ambiente evitando anche alle eccedenze di rimanere inutilizzate.
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