“Life Panel” propone un nuovo bosco verticale, disponibile anche in versione “mini” ad ampia scelta vegetativa, con irrigazione manuale o automatica
Se parliamo di “giardini verticali“, ci balza subito alla mente il noto Bosco verticale nel quartiere “Isola” in centro a Milano. Progettato dagli architetti Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, fu inaugurato nel 2014 e contiene ben 2.000 tipi di piante. Ancora oggi desta stupore tra i numerosi passanti che girano per il quartiere recuperato e rimesso a nuovo. Immaginiamo cosa accadrebbe alle nostre città se ognuno di noi potesse costruirne di simili a casa propria.
Per essere precisi, il giardino verticale “fai da te” non è una novità. Già da qualche anno esistono soluzioni adatte a progettarne uno, ma fino all’idea del dottor Alvise Anchel Arribas, questi piccoli boschi potevano contenere soltanto determinate specie di piante, non esistevano versioni “ridotte” da appartamento e il mantenimento, oltretutto, costava parecchio.
“LifePanel“, l’invenzione di Anchel Arribas, permette, invece, di poter inserire all’interno del nostro giardino ogni genere di pianta (eccetto specie aquatiche e geofite), a costi ridotti.
Cos’è LifePanel
L’inventore, Alvise Anchel, spiega a StartupItalia! come funziona questo nuovo sistema. “Anzitutto, il boschetto verticale si compone di più pannelli (o moduli), costituiti da un telaio in acciaio inox, leggeri e maneggevoli, isolati sul retro grazie ad un fondo impermeabile, in modo da non trasmettere umidità alle pareti della nostra casa. Nel substrato, spesso 16 millimetri e resistente all’erosione degli agenti atmosferici, vengono coltivate le piante. Il terreno verticale è, in realtà, un mix di terreni, messo a punto al termine di 3 anni di testing, che permette di ridurre i costi di mantenimento, e massimizzare i benefici per l’ambiente e per le strutture su cui vengono installati i giardini. E’ stato infatti studiato proprio per creare un oggetto leggero in grado di trattenere la giusta quantità d’acqua, rimanendo comunque isolato dalla parete”.
La cornice di contorno protegge le piante dagli sbalzi termici, mentre la grondaia recupera l’acqua in eccesso. L’irrigazione può essere eseguita manualmente oppure attivando l’irrigazione automatica. Nulla vieta, quindi, di poter optare per questa più facile soluzione, la quale permette una distribuzione uniforme dell’acqua nel substrato del pannello ed evita alle piante di essere sottoposte al cosiddetto “stress idrico” (nel caso in cui ci si dimentichi di annaffiarle). L’irrigazione automatica avviene mediante un tessuto sintetico, che permette l’ingresso e la fuoriuscita dell’acqua dal pannello senza utilizzare l’energia elettrica.
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Le piante possono essere inserite sui Life Panel sia per semina che per riproduzione vegetativa. Entrambe le tecniche risultano molto economiche, anche se si devono considerare 30-60 giorni di tempo affinché possano radicarsi all’interno del pannello. Tutto questo può avvenire sia all’interno che all’esterno della nostra casa. Accoppiando più moduli tra loro, creeremo il nostro giardino verticale personalizzato, il quale, se di grandi dimensioni, servirà anche da isolante sonoro e termico. A differenza delle tecniche precedenti, Life Panel permette la semina e la crescita della pianta all’interno del pannello stesso, a costi minori (il prezzo si aggira sui 500 euro al metro quadro contro uno standard compreso tra i 700 ed i 1.000 euro), evitando il ristagno d’acqua.
L’idea dei giardini verticali low cost
“Tre anni fa, con il gruppo EcoProspettive, partecipai a Flormart Garden Show, concorso internazionale di architettura del paesaggio, dove vinsi il primo premio con un giardino verticale di 16 mq. Da allora iniziai a studiare come migliorare la diffusa metodologia “mur végétal” di Patrick Blanc, che presentava alcuni difetti ed era, comunque, costosa da mantenere. Così, insieme al dottor Pietro De Franceschi, attuale manager della società, dopo 3 anni di testing è nato Life Panel, il nostro progetto di giardini verticali low cost, adatto per una coltivazione variegata di cui tutti, anche coloro che vivono nelle città più affollate del pianeta, possono beneficiare a costi ridotti”, racconta Alvise Anchel Arribas.
Dopo l’esposizione di uno dei pannelli all’interno dell’Università di Padova, dove Anchel Arribas ha studiato, il progetto è divenuto oggetto di studio e sperimentazione da parte degli studenti del campus di Agripolis di Legnaro. Proprio Padova è stata la prima città ad aver piazzato Life Panel sulla parete del locale Pier88: un bar nato da container.
“Fra i prossimi imminenti traguardi vi è l’apertura di uno showroom, sempre a Padova, e l’attivazione della catena di rivenditori autorizzati Life Panel, dando così la possibilità a tutti i professionisti del verde di poter realizzare e proporre i propri giardini verticali”, conclude l’inventore.