Potrebbe essere una novità del decreto Rilancio
Dei diecimila emendamenti al decreto Rilancio, una buona parte sono della maggioranza. Non è certo un bel segnale di coesione e accordo sulle misure. Il numero, poi, potrebbe spaventare l’esecutivo e mettergli in testa di procedere con la fiducia, blindando il testo così come è stato presentato alle Camere e facendo cadere tutte le proposte di modifica dei partiti. Sarebbe un peccato, perché spulciandole si trova anche qualcosa di interessante, come quei 4mila euro per chi rottama un’auto vecchia di dieci anni.
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4mila euro per chi rottama
Si tratta di un emendamento presentato dal Partito Democratico a firma di Guglielmo Epifani e altri. Nel caso venga approvato, scatterà dal 1° luglio 2020 e durerà fino al 31 dicembre. Viene previsto un contributo statale di 2.000 euro e di altri 2.000 euro da parte del concessionario, quindi 4mila euro per chi rottama un veicolo con più di 10 anni di anzianità. Anche senza rottamazione è previsto uno sconto di 2.000 euro (1.000 lo Stato e 1.000 il concessionario). A patto che si acquisti un Euro 6 con emissioni di CO2 comprese fra i 61 e i 95 grammi a chilometro.
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La più grande “riforma” del parco macchine italiano
Se la proposta dei 4mila euro per chi rottama un’auto vecchia passasse, sarebbe il più vasto tentativo di rinnovare il parco macchine del Paese dai tempi di Romano Prodi. Parliamo di un’era politica fa. E infatti le auto sulle nostre strade sono vetuste. Secondo l’ACI, l’anzianità media raggiunge gli 11 anni.
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Secondo un’analisi del Centro Studi e Statistiche di UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), in Italia ci sono 37.160.000 vetture circolanti. Almeno un milione e mezzo sono auto Euro 0 e quasi 7,6 milioni sono comunque precedenti all’Euro 3, cioè immatricolate prima del 2001. Tutte queste vetture, ogni volta che vengono messe in moto, inquinano molto più di quanto non permettano le attuali normative.
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Un sostegno al mercato dell’auto, in crisi nera
E poi i 4mila euro per chi rottama un’auto soccorrerebbero un intero settore. Anche nel mese di maggio gli effetti del lockdown si sono fatti sentire: immatricolate appena 99.711 autovetture, rispetto alle 197.881 di un anno fa. Le alimentazioni tradizionali seguono pedissequamente la tendenza negativa del mercato: -52% per le auto benzina e -56% per i diesel, idem GPL (-51%) e metano (-49%). In controtendenza solo le motorizzazioni alternative: +18% per le vetture ibride ed addirittura un +55% per quelle elettriche, quest’ultime arrivate ad una quota di mercato dell’1,8%.