Altri due anni di agevolazioni per chi rende la propria abitazione ecosostenibile. Tre per i lavori condominiali e per gli interventi antisismici
L’orologio di Palazzo Chigi scandisce gli ultimi rintocchi: sono le ultime ore, queste, per decidere come sarà la Legge di bilancio 2020. E il governo giallorosso, tutt’altro che compatto su come usare le risorse (ma anche su come reperirle), intende sfruttarle tutte. Si è concluso a notte inoltrata il vertice politico che ha coinvolto il presidente del Consiglio e i maggiori rappresentanti del Partito Democratico e di Movimento 5 Stelle. Dopodiché bisognerà inviare il documento a Bruxelles per la validazione. Tra le misure annunciate, anche il pacchetto sul Green New Deal che dovrebbe ricomprendere, oltre agli interventi già visti nei giorni scorsi del Dl Clima, una estensione degli incentivi per chi ristruttura casa in modo da renderla ecosostenibile.
Il triplice impatto dell’Ecobonus edile
Gli incentivi sull’edilizia hanno il vantaggio di mettere in moto l’economia: i privati sono spinti a spendere e le maestranze ottengono più facilmente lavoro. Non solo, perché finché l’ecobonus dura, è interesse dei clienti chiedere la fattura a idraulici, elettricisti e muratori, settore particolarmente interessato dal fenomeno dell’evasione fiscale. Insomma, sembra un po’ la quadratura del cerchio, una panacea capace di risolvere più problemi.
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Inquinano più le case delle auto
Ma soprattutto c’è una questione fondamentale: l’inquinamento domestico ormai inquina quanto e anche più di quanto non faccia quello fuoriuscito dai tubi di scappamento di automobili e camion. Secondo una ricerca di qualche anno fa dell’Osservatorio Autopromotec (la rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico) sulla base di uno studio del Politecnico di Milano sull’impatto sulla qualità dell’aria urbana da parte delle principali fonti di inquinamento, gli impianti termici per il riscaldamento degli edifici hanno un’incidenza sul totale delle emissioni di CO2 in ambito urbano che è fino a 6 volte superiore rispetto all’incidenza del traffico veicolare. Secondo il report, Firenze risultava la città con il maggior numero di emissioni di CO2 derivanti dagli impianti di riscaldamento degli edifici (75%), seguita da Milano (74%), Parma (63%), Perugia (62%) e Genova (47%).
L’Arpa: “Troppe stufe a pellet”
Secondo i dati dell’Arpa Piemonte (il bacino padano, è tristemente noto, risulta ogni anno tra le zone più inquinate del Vecchio Continente) “La diffusione delle stufe a pellet ha determinato una situazione di criticità per la gestione della qualità dell’aria, caratterizzata da un mercato e da un utilizzo incontrollati (provenienza incerta del combustibile, uso di pellet non certificato, installazione non corretta degli impianti)”. Ma qualcosa si muove: “La promozione delle energie rinnovabili nella lotta ai cambiamenti climatici – che ha incrementato la combustione di biomassa legnosa in ambito domestico, in quanto fonte rinnovabile con emissioni neutre di CO2 (carbon neutral) – si è rivelata una strategia ad impatto negativo sulla qualità dell’aria, in modo particolare soprattutto per quanto riguarda il particolato PM10”.
Cosa finirà in Manovra?
E se è più facile intervenire sul parco-macchine (o per lo meno lo sarebbe se non avessimo in strada le vetture più anziane d’Europa), dal momento che ogni 10-15 anni si rinnova, non è altrettanto agevole agire sulle abitazioni, considerato l’alto numero di edifici storici, con impianti di riscaldamento datati e di pareti, pavimenti e soffitti non coibentati. Ecco insomma perché risulta più che benvenuto qualsiasi Ecobonus nel settore edile. Il governo sta lavorando perché la copertura finanziaria sia sufficientemente lunga da protrarre di un biennio (cioè, fino a fine 2021) le agevolazioni per rendere le case maggiormente ecosostenibili e di un triennio gli interventi antisismici, fino a fine 2024.
Gli incentivi, nel dettaglio
Lo sconto Irpef sulle ristrutturazioni sembra destinato a sostituire il vecchio bonus del 36 per cento. Durerà altri tre anni, così da consentire alle assemblee di condominio (mai troppo celeri) di deliberare in merito, il bonus al 70 e 75% previsto per i cappotti termici e i lavori su parti comuni condominiali. Per le coibentazioni le detrazioni restano al 65%, per il cambio finestre con nuovi modelli a prova di dispersione di calore al 50%. L’Ecobonus continuerà a essere applicato anche alle schermature solari, alle caldaie a biomasse e ai micro-cogeneratori. Questo per lo meno è il progetto contenuto nelle bozze. Resta da vedere se lo troveremo nella versione finale e se Bruxelles approverà il deficit fissato dall’esecutivo.