PACHAMAMA, il modo green di riunirsi (e divertirsi) attorno a un tavolo
Mancano poche settimane a Natale e chi è ancora in alto mare sui regali spesso fa fatica a orientarsi negli oceani del web. Ma se anche voi avete riscoperto la bellezza dei giochi da tavolo, il nostro consiglio è dare un’occhiata all’ultima creazione di zeroCO2, società benefit che si occupa di riforestazione ad alto impatto sociale: per trasmettere i messaggi più urgenti sui cambiamenti climatici e sulla crisi in atto hanno ideato PACHAMAMA. «Il gioco – ha spiegato Nicolò Pesce, responsabile della comunicazione di zeroCO2 – nasce dalla volontà di aggiungere nuovi contenuti alla nostra comunicazione, per sensibilizzare sulla sostenibilità, sperimentando nuovi canali e nuovi target».
Leggi anche: Quanti alberi servirebbero per compensare l’inquinamento di una famiglia?
Gioco da tavolo green
PACHAMAMA è un gioco collaborativo (dai 3 ai 6 giocatori) consigliato dai 14 anni in su. La durata media di una partita è di 30 minuti. I partecipanti devono affrontare le sfide per salvare madre-terra dalla crisi climatica. Il nome PACHAMAMA, nell’antica lingua inca, indicava proprio la dea della fertilità, dell’agricoltura e della vita. Il gioco da tavolo si sviluppa in 10 turni e ogni giocatore “governa” un’area geografica attraverso azioni strategiche, che avranno effetti sia economici sia ambientali sul pianeta. Turno dopo turno le condizioni climatiche peggiorano e, mentre il tempo scorre, la temperatura sale. L’obiettivo è compiere le scelte giuste per salvare il pianeta.
Leggi anche: Italiani spreconi? Le nostre startup leader in Europa su riciclo e lotta ai rifiuti
PACHAMAMA è realizzato con materiali sostenibili ed è stato stampato in ECO-OFFSET su carta certificata FSC. Per ogni scatola prodotta verrà piantato un albero in Guatemala e ogni proprietario potrà adottarlo e monitorarne la crescita attraverso aggiornamenti fotografici periodici. A sua volta ogni albero verrà donato a una famiglia contadina, che se ne prenderà cura e lo farà crescere. In questo modo, non solo si compenseranno le emissioni di CO2, ma si potrà sostenere lo sviluppo sostenibile di intere comunità contadine.