Dalla Svizzera, un videogioco dolcissimo sviluppato da una software house tutta al femminile
Forse i più vecchi tra voi sanno cosa significa avere un amico di penna e hanno ancora in mente l’emozione provata attendendo e leggendo una sua missiva. Ecco, il tenerissimo Letters – a written adventure, sviluppato da una giovanissima e piccolissima software house tutta al femminile, ci ha fatto rivivere, dopo anni, sentimenti affini, che temevamo di aver dimenticato e, soprattutto, in un simile mondo digitale, che non avremmo più provato.
Letters – a written adventure, l’importanza della parola
Purtroppo Letters – a written adventure è disponibile solo in inglese. E probabilmente non poteva essere altrimenti, visto che alcuni giochetti di parole sono intraducibili nelle altre lingue.
Leggi anche: Queeny Army, su Nintendo il platform retro con 12 protagoniste
Visto che nel mondo immaginato dal team elvetico 5am Games di Martina Hotz, Aleksandra Iakusheva e Selina Capol (le tre co-founder cui si aggiunge il musicista freelance Michel Barengo), le parole prendono vita, mettere mano alla localizzazione avrebbe significato cambiare intere parti del gioco.
Ci spieghiamo meglio con un esempio: un enigma chiede di far apparire una barca, vicino campeggia la parola ‘friendship’ che, opportunamente tagliata a metà, permetterà di materializzare una ‘ship’, appunto. Non bisogna cavarsela benissimo con l’inglese per entrare nelle meccaniche del gioco, anche se qua e là c’è un po’ di slang.
Leggi anche: The Company Man, quando il boss finale è… il capo ufficio
Letters – a written adventure può anzi essere utilizzato per irrobustire la propria conoscenza con questa lingua, visto che dura un paio di ore permette di farlo senza pesare e, soprattutto, senza annoiare.
Ma qual è il concept del gioco? Seguiremo l’intera gioventù di Sarah, alle prese con le piccole, grandi sfide che ci aiutano a diventare grandi, tra diari segreti, lettere, chat e compilazioni di curricula. Di fatto, Sarah è un Super Mario al femminile che zampetta usando frasi e parole a mo’ di piattaforme.
Leggi anche: Headland, siete disposti a battervi per la vostra immaginazione?
C’è pure un rimando al mitico Super Mario Bros., in cui i Goomba, anziché funghetti, sono stati sostituiti da broccoletti, e ovviamente andranno sconfitti usando le parole giuste.
La bellezza del gioco svizzero risiede non solo nella dolcezza della narrazione e nell’ottimo stile artistico, a dir poco trasognato, ma anche nell’inventiva alla base dei livelli. Nulla di particolarmente elaborato, ma scorrazzare tra le lettere per modificare attivamente parti dello scenario in base alle parole che sceglieremo di usare sorprende ed emoziona. Tanto più se queste daranno vita di fatto a snodi cruciali nella trama, incentivando la rigiocabilità.
Chi vorrà potrà perdersi tra le pagine virtuali che compongono gli stage in cui Sarah scorrazza e si dimena, scoprendo dettagli sulla sua vita e su ciò che le accade; altrimenti è pure possibile concentrarsi sulle parole evidenziate necessarie per risolvere gli “enigmi ambientali”. Un titolo delicatissimo, questo Letters – a written adventure, come una penna stilografica che scivola su un foglio per scrivere una lettera.