Tutto quello che questo weekend vi impedirà di uscire e immergervi in attività sociali o all’aria aperta
Maniac – NETFLIX
Sulla scia di Legion, anche Maniac sfrutta personaggi affetti da patologie mentali per trascinare lo spettatore in una serie di colori, scene, variazioni, mondi paralleli tratti dal cinema e dalle serie, scenari, set e una rapidissima carrellata di situazioni sempre nuove.
Il punto non è mai raccontare come stanno i malati di mente ma costruire un’esplorazione della mente. Così questa serie limitata, che pare avere un budget stellare, dà modo a Cary Fukunaga (l’uomo dietro la prima stagione di True Detective, anch’essa contaminata da un po’ di visioni) di tirare al massimo Jonah Hill ed Emma Stone, a loro agio con il dovere di recitare alle massime potenzialità e mettere se stessi nelle situazioni più varie e impreviste.
Maniac ha il tono cupo e serio dei casi migliori e tutta una maniera sua di lavorare sull’infelicità e la solitudine, ma diversi elementi di fascino nella sua ambientazione retrofuturistica (siamo nel nostro domani, ma sembra l’inizio degli anni ‘80). Soprattutto è un caso rarissimo di serie TV che non ruota intorno alla sceneggiatura ma alla regia. Cioè Maniac non è forte per il suo intreccio, per ciò che avviene e per i meccanismi narrativi, ma per le immagini che crea. Lavora tantissimo su colori, ambienti, effetti digitali e catturare lo spettatore nel suo piccolo labirinto che sommerge di stimoli visivi.
Può essere anche troppo per 10 episodi: il fatto che le serie TV si basino solitamente più sulla scrittura che sulla regia è quel che ci consente di vederne anche 4-5 ore di seguito, perché sono leggere da guardare anche quando sono complicate. Ma di certo è un esperimento potentissimo e audace che, davvero, fa in TV quel che si fa al cinema.
Romolo + Giuly – FOX
L’ambizione di Romolo + Giuly è smodata: essere il nuovo Boris. Anche questa è una serie di Fox Italia, con episodi da 30 minuti (saranno 8 per la prima stagione) e anche questa mira a creare un equilibrio tra realtà e paradossi, con una spinta più forte sulla finzione, per parlare di Italia a partire da Roma.
Come dice il titolo lo spunto è Romeo e Giulietta, la divisione delle famiglie è emblematiche delle differenze interne a Roma. La parte Nord tradizionalmente alto borghese e quella Sud tradizionalmente popolana. Il buono della serie è che subito sconfina da Roma allargando il conflitto all’Italia, con trovate ottime come Giorgio Mastrota nei panni di sé stesso, televenditore che segretamente tira le fila della guerra civile italiana tra il settentrione e il meridione (dove regna Fortunato Cerlino). Piaccia o non piaccia è qualcosa che in Italia non si fa mai, è un genere e un tipo di umorismo diverso da Boris ma che come quello di Boris non somiglia al solito umorismo lieve (e poco divertente) delle commedie italiane.
Il paese diviso, il rifiuto dell’altro e l’estremizzazione di ogni differenza fino ad arrivare allo scontro è un po’ il centro di tutto: ma il gusto demenziale dell’umorismo è quello che (almeno nelle prime puntate) fa la differenza. A differenza di Boris, che faceva di una realtà molto molto specifica il paradigma di tutto il resto del paese, Romolo + Giuly cerca proprio di rappresentare la varietà del paese con una prospettiva molto ampia (i romani, i milanesi, i napoletani, le grandi guerre) fatta a budget necessariamente ristretti. Non è facile, ma grazie all’idioza ne esce bene.
Capcom Beat’Em Up Bundle – PS4, XBOX ONE, NINTENDO SWITCH
Questa raccolta di sette videogiochi beat’em up della Capcom sta alle solite raccolte come un disco di grandi successi pieno di inediti sta al solito best of. Non solo questa raccolta di giochi classici rimasterizzati per l’HD (ma sempre in 4:3) contiene 5 successi del genere di Capcom come Final Fight (1989), The King of Dragons (1991), Knights of the Round (1991), Captain Commando (1991) e Warriors of Fate (1992), ma anche due inediti a cui si era potuto giocare solo tramite emulatori, ovvero Armored Warriors (1994) e Battle Circuit (1997).
Stiamo parlando di pornografia videoludica per quarantenni, questo sia chiaro, puro throwback ai vecchi giorni dei cabinati e delle botte simulate. L’arrivo degli inediti può essere spacciata per operazione d’archeologia videoludica ma è tutto un modo per giustificare il sano gioco di una volta su console modernissime (se volete sapere quale è la più indicata, probabilmente è la Switch per via dei suoi controller). In più Capcom ha avuto la buona idea di dotare l’emulazione di capacità multiplayer, idea sensatissima nel momento in cui questi giochi trionfavano in un ambiente multiplayer nel mondo reale: cioè le sale giochi, avrebbero poco senso senza qualcuno con cui giocare (ingiustamente sempre più difficile da trovare a 40 anni). Si gioca quindi online, non ci sono sistemi di classificazione sofisticata che consentono di giocare con qualcuno al proprio livello ma tanto basta. In certi casi si arriva anche a poter giocare online in 4 persone contemporaneamente.
Se vi state domandando “Ma farà per me?” state solo mentendo a voi stessi: nell’attesa di spendere quei soldi.