La startup di Innsbruck ClockStone Software dovrà trasferire in ambito videoludico la “magia” dei mattoncini danesi. Ci riuscirà?
Alzi la mano chi non ha passato la propria infanzia costruendo e assemblando mattoncini Lego? Dalle parti della nostra redazione sono numerosi i figuri che, di tanto in tanto, lo fanno tutt’ora, come il nostro Alessandro, che ha appena finito di montare (per la verità grazie all’aiuto di sua moglie, visto che il nostro collega difetta alquanto di manualità) una Vespa e una chitarra Fender Stratocaster composti ciascuno da migliaia di mattoncini danesi. Se anche voi siete mattoncini-dipendenti amerete alla follia LEGO Bricktales, nuova incursione del brand nel modo dei videogiochi. Messe da parte le avventure di TTGames (Lego Il Signore degli Anelli, Lego Harry Potter, Lego Star Wars, Lego Indiana Jones, ecc…), la startup ClockStone Software ha avuto un mandato ben preciso: trasferire su console l’essenza stessa di ciò che più piace, a grandi e piccini, del giocattolo fisico. Ci sarà riuscita?
LEGO Bricktales, datemi un mattoncino e vi risolverò il mondo
Perché, tra tutti gli studi di sviluppo europei, la scelta sia ricaduta sulla software house indipendente di Minh Tri Do Dinh è presto detto, dato che la startup innovativa è famosa per la serie “Bridge Constructor” approdata un po’ ovunque: iOS, Android, PC, Mac, Linux, Steam, Xbox One, PS4, Nintendo Switch, WinStore, tanto è stato il successo in termini di download. Tanto e tale da riuscire a ottenere licenze ambite, come The Walking Dead (letta la nostra recensione di Bridge Constructor: The Walking Dead?) e Portal. Insomma, i ragazzi austriaci di Innsbruck con le costruzioni ci sanno davvero fare. E con un videogioco griffato Lego?
Anche, inutile girarci attorno. Perché LEGO Bricktales è a dir poco delizioso. Abbandonati tutti i fronzoli delle avventure di TTGames (che proponevano una progressione il più aderente possibile alla pellicola di riferimento), ora il concept è ridotto all’osso, per certi versi riconducibile a quello di Captain Toad – Treasure Tracker di Nintendo, dal momento che vi chiede di girovagare per una serie di piccoli/grandi diorami e risolvere piccoli/grandi enigmi.
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Captain Toad era un pochino più votato all’azione e contemplava numerosi nemici da evitare (non era ammesso sconfiggerli); viceversa LEGO Bricktales non prevede mostriciattoli assortiti e si incentra sul dover soddisfare le richieste dei PNG (personaggi non giocanti) che animano i livelli.
E qui entrano in gioco i mattoncini, perché le missioni verteranno proprio sulla necessità di costruire qualcosa, così da ottenere quei mattoncini della felicità (happiness crystals) che dovranno essere raccolti per rimettere in piedi il fatiscente luna park del proprio nonnino virtuale (la storia è più sgangherata di certe nostre costruzioni…).
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Che si tratti di costruire un ponte per permettere alla scavatrice di attraversare il fiume, progettare un nuovo, sfarzoso trono per il re nell’ambientazione medievale (immancabile all’interno di un mondo Lego) o personalizza le attrazioni del parco dei divertimenti, LEGO Bricktales vi chiederà di assemblare in continuazione mattoncini, stando sempre attenti che la vostra fantasia non si scontri contro le dure regole della fisica, perché il gioco testerà la solidità di ciascuna creazione.
Tutto bellissimo e divertentissimo? Sì, anzi, no. Probabilmente, da un gioco come LEGO Bricktales, ci saremmo attesi maggiormente attenzione su due fronti: da un lato che incentivasse di più il pensiero laterale; dall’altro che rendesse meno farraginose le fasi in cui occorre assemblare, mattoncino su mattoncino, le varie strutture.
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Quanto al primo difetto, avremmo desiderato che il gioco ci lasciasse maggiormente liberi di creare e sperimentare, senza per forza seguire le soluzioni “telefonate” dagli sviluppatori. Ci spieghiamo meglio: prendiamo l’esempio del ponte che, nella miglior tradizione Lego, potrebbe pure essere un plasticoso brontosauro spalmato tra due sponde, no? Quanto al secondo, l’interfaccia è stata molto probabilmente progettata partendo dall’accoppiata mouse e tastiera e per questo, pad alla mano, non brilla per comodità su console.
A parte queste due sbavature, che ricordano – soprattutto la prima – che il titolo sia stato pensato per i giocatori più piccoli e dunque potrebbe non soddisfare le pretese di ingegneri e architetti all’ascolto, LEGO Bricktales assolve più che degnamente la sua funzione di permetterci di sperimentare le cose più assurde in un mondo virtuale, proprio come facevamo da bambini coi mattoncini di plastica. Le ambientazioni non saranno molte ma vanno dal mondo piratesco a quello medievale, passando per luna park e città costruite nel cuore di qualche torrido deserto e, oltre a grondare dettagli, non smettono di sorprendere perché ricordano piccole bomboniere costruite coi Lego.