I microrganismi che vivono nel nostro intestino sono fondamentali per la nostra salute. Prendercene cura diventa essenziale e un’app suggerisce in maniera dinamica quali cibi sono adatti al nostro microbiota e quali é meglio evitare
Nel nostro corpo vivono miliardi di batteri, virus e funghi. Non solo non ci fanno male, ma sono indispensabili alla nostra vita. Grazie al microbiota, questo il nome della comunità di piccoli amici che ci portiamo a spasso ogni giorno, siamo in grado di digerire alcuni cibi, di sintetizzare nutrienti come la vitamina K e di avere un sistema immunitario pronto a respingere attacchi di patogeni. Se mettessimo su una bilancia i microrganismi che vivono dentro di noi peserebbero fino a due chili, come il nostro fegato. E se trovassimo il modo di sterilizzarci avremmo le ore contate. Il microbiota ha dunque un ruolo fondamentale per la nostra salute ed é per questo che i ricercatori stanno studiando il modo per renderlo più forte. L’idea é che molte malattie, dal diabete all’Alzheimer, siano influenzate proprio da ciò che vive dentro di noi. Meglio stanno i nostri piccoli amici, meglio stiamo noi. E gli investimenti nel settore da parte di venture capital e aziende farmaceutiche sono da capogiro.
Il microbiota e l’app
Ma come fare a prendersi cura del microbiota? “Mangiando ciò che fa bene ai microrganismi e non solo ciò che ci piace”, spiega a StartupItalia! Amir Golan, ceo di DayTwo, startup israeliana che ha trovato il modo di prendersi cura del microbiota attraverso una app. “Dopo che mangiamo la glicemia nel nostro sangue aumenta e se lo fa troppo velocemente per il nostro organismo non é un bene. A lungo andare possono insorgere problemi cardiovascolari, obesità e diabete. L’ideale sarebbe mantenere livelli costanti di zuccheri, senza picchi improvvisi. Per farlo occorre nutrire il nostro microbiota in maniera corretta”. Già, perché i batteri che vivono nel nostro intestino non mangiano tutto, prediligono certi cibi (in generale quelli ricchi di polisaccaridi, i carboidrati complessi, comunemente chiamate fibre). Mangiano questi composti rilasciano zuccheri digeribili dal nostro organismo che così li assimila, lentamente.
Le info dell’algoritmo
“Ma non tutti i microbioti sono uguali – puntualizza Golan – e qui entriamo in gioco noi. DayTwo analizza il microbiota di ogni paziente attraverso un campione di feci e una analisi del sangue. Il nostro algoritmo predittivo ci informa su come la nostra comunità di microrganismi risponde ai differenti cibi. L’utente puó accedere al suo profilo personale attraverso una app che dà consigli su cosa mangiare per evitare sbalzi di glicemia nel sangue e stare meglio”.
Offrire variabili e piani alternativi
L’idea é che un cibo che fa bene ad una persona puó non farlo ad un’altra. E così al mattino un consiglio generico come bere una tazza di latte e delle fette biscottate integrali con marmellata puó funzionare per qualcuno e non per altri. Attraverso l’app é possibile inserire che cosa si vuole mangiare e il sistema avvalla o sconsiglia la scelta assegnando ad ogni piatto un voto (A, B, C, eccetera). Ma non solo. “Non vogliamo imporre diete rigide perché sappiamo che il modo migliore per scoraggiare le persone é non dargli scelte. Il segreto sta nell’offrire variabili e piani alternativi”. Come? Se un pranzo é da bollino rosso talvolta basta aggiungere degli ingredienti per riequilibrare la situazione. Per molti le mandorle ad esempio rendono un pasto più ‘digeribile’ per il microbiota. Oppure se si opta per un certo tipo di colazione nonostante i consigli dell’app a cena si avrà meno scelta. E i nostri microrganismi ringraziano.