«Non ho un sito ecommerce. Lavoro come se fossi un calzolaio, ma online. Chiunque può scrivermi sui social di Clessio Lab e chiedermi una scarpa personalizzata. Penso che denigrare certi lavori legati all’artigianato sia un grosso errore». Davide Paoli, 22 anni, ha cominciato diversi anni fa ad appassionarsi al restyling delle scarpe, sneaker in particolare, costruendole dalla suola alla livrea. Di Bari, ha fatto l’artistico alle superiori. «Ero appassionato di fumetti a scuola. Avrei voluto fare quello».
@clessiolab Curare ogni dettaglio, sempre🙏🏻 #nikeairforce1 #DietroLeQuinte ♬ CASA – Neima Ezza & Nko
Clessio Lab: come nasce il laboratorio
Clessio non è un nome scelto a caso: è il protagonista del fumetto che Davide puntava a lanciare quando ancora non aveva deviato sulla via delle sneaker. «Ho voluto mantenerne il nome in sua memoria: lo disegnavo ovunque. Era un tipo parecchio scemo». Convintosi grazie al supporto del fratello Luca, appassionato di scarpe limited edition, cinque anni fa ha deciso di imparare un mestiere che col disegno e la creatività ha comunque a che fare.
Su TikTok e gli altri social Clessio Lab mostra una galleria video in cui non viene trascurato nessun passaggio del processo produttivo, dall’idea fino al prodotto finale con in mezzo tutti i procedimenti e la tecnica manuale. In questi anni Davide si è fatto un nome, guadagnandosi l’attenzione di cantanti e sportivi: in ordine sparso ha consegnato paia di scarpe a Sfera Ebbasta, Guè Pequeno e Rafa Leao.
@clessiolab Ho provato a replicare la custom virale di @donnythedybbuk ♬ Aesthetic – Gaspar
Il valore della bottega
Come ogni artigiano, anche nel caso di Davide Paoli è stato fondamentale l’incontro con un maestro. Esattamente come vuole la logica di bottega. «All’inizio cucivo le scarpe a mano. Poi mi sono imbattuto in questo corso a Firenze, da Matteo Caparrini, artigiano toscano. Grazie a lui ho imparato a disegnare la scarpa e a realizzarla». Un mestiere può essere gratificante e ben fatto anche senza il supporto dei social, ma tra le tante cose dimostrate da TikTok è che alle persone piace ammirare la manualità di un qualsiasi lavoro che spunta nel feed.
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Che si tratti di comporre panini o sistemare cover degli smartphone, sono anni che in Italia si è sviluppata una generazione di creator che mette in mostra il proprio lavoro. «Grazie a mio fratello sono stato indirizzato verso le sneaker. A livello di calzature sono il trend degli ultimi dieci anni». A convincerlo a buttarsi con Clessio Lab anche il fatto che all’estero la personalizzazione delle scarpe stava emergendo.
Trasmettere un lavoro
Per il momento Davide preferisce rimanere focalizzato sulle sneaker, che realizza utilizzando vari tipi di materiale, come pellame e scarti di produzione che rimette in circolazione. «Più sono pregiati e più mi piace lavorarli». Difficile stimare quante scarpe abbia realizzato in cinque anni, ma ha comunque azzardato una stima. «Direi un migliaio».
A 22 anni Davide è il direttore creativo di una realtà al momento ancora snella, ma che punta a diventare un modello per giovani talenti del sud, oltre che per gli startupper che non vorrebbero abbandonare la propria città, per farla invece crescere.
«Il mestiere dell’artigiano riempie di soddisfazioni – ci ha detto il fondatore di Clessio Lab – crei qualcosa da solo, con le tue mani. Non so dove mi porterà la vita, ma mi piacerebbe creare un laboratorio a Bari, per dare dignità all’artigianato. Ai giovani dico che non c’è per forza bisogno di andarsene dal Mezzogiorno». Con tanti lavori minacciati dall’intelligenza artificiale – c’è chi dice in realtà si alzerà semplicemente l’asticella della qualità – chi lavora con le mani può per il momento non temere. «Sulle scarpe l’AI per ora non può fare niente».