Da piccoli cortometraggi per Coca Cola a grandi videogiochi: lo studio fondato nel 2009 dai fratelli Mike e Josh Grier sta crescendo molto bene
L’autunno 2021 è appena iniziato e, dal punto di vista videoludico, si sta rivelando zeppo di titoli davvero interessanti. Non ci riferiamo solo ai big, come Metroid Dread e Far Cry 6, ma anche a piccole, grandi sorprese: è il caso di Kena Bridge of Spirits.
Cos’è Kena Bridge of Spirits?
La domanda è lecita, visto che l’IP è nuova di zecca. Sviluppato dalla software house Ember Lab, fondata nel 2009 da Mike and Josh Grier, Kena Bridge of Spirits è un adventure dall’impianto ludico tanto classico quanto solido e ben congegnato. Potremmo dire che ricorda vagamente Zelda, e infatti è così, ma sono tanti i videogiochi e gli artisti che devono aver ispirato il gioco. Un pizzico di Miyazaki c’è sicuramente (in alcuni passaggi sembriamo in Princess Mononoke, mentre i Rot, gli strambi esseri che ci seguiranno ovunque, ricordano i Nerini del buio di Totoro) e noi ci abbiamo intravisto anche qualcosa del bagaglio immaginifico dei primi Rayman, anche se forse il parallelismo è un po’ azzardato.
Comunque sia, Kena Bridge of Spirits propone un interessante mix di azione ed esplorazione: i combattimenti, per quanto non raggiungano la profondità di un souls like (e nemmeno intendevano raggiungerla), sono dinamici e ben equilibrati, probabilmente l’aspetto che più di ogni altro rivela l’influenza di Zelda, tra archi, scudi e oggetti magici da scagliare contro i nemici, tutti riusciti, soprattutto i boss.
Le fasi esplorative non sono da meno: anzi, il mondo di Kena Bridge of Spirits si rivela assai più vasto e zeppo di bivi di quanto non sembri sulle prime. Le fasi platform non sono pulite come nei titoli Nintendo, ma il risultato complessivo è comunque notevole anche perché, sebbene il gioco sia disponibile pure su PlayStation 4 e non solo su PS5 e PC, alcuni scenari lasciano intravedere sprazzi ‘next gen’. Esplorarlo a fondo, immergendoci nella Zona Morta per riportarla all’antico splendore, scacciando via la Corruzione, è un piacere in termini ludici ed estetici.
Completa il quadro una caratterizzazione a dir poco encomiabile: i personaggi sembrano usciti da un film Disney – Pixar, soprattutto per ciò che concerne la mimica facciale. Da questo punto di vista, la piccola software house dei fratelli Mike e Josh Grier ha saputo mettere a frutto gli anni trascorsi sviluppando cortometraggi pubblicitari.
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Il risultato complessivo è semplicemente delizioso. Temevamo di trovarci per le mani un’altra avventura stile – Zelda riuscita solo a metà come Biomutant, invece Kena Bridge of Spirits non tradisce affatto le attese, anche perché ha avuto il buon senso di provare a fare meno cose rispetto a quelle promesse dal titolo THQ Nordic, ma di farle davvero bene. E c’è riuscito.